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VIBO VALENTIA – Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Vibo Valentia, Monica Lucia Monaco, ha sciolto la riserva (LEGGI) e ha rinviato a giudizio 8 persone accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta nell’ambito della gestione della società mista pubblico-privato “Proserpina S.p.a.” che si occupava della raccolta dei rifiuti nel Vibonese.

Fra i rinviati a giudizio figura anche il consigliere regionale del Partito democratico, Michele Mirabello, che oggi ricopre anche la carica di segretario provinciale del Partito Democratico. Mirabello secondo quanto riportato nei capi di imputazione dovrà rispondere del reato di concorso in bancarotta fraudolenta, quale ex componente del Consiglio di amministrazione della “Proserpina” stessa. La prima udienza del processo sarà il 5 maggio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.

Le altre sette persone rinviate a giudizio sono: Giuseppe Betrò e Giandomenico Pata, a suo tempo revisori dei conti della Proserpina; Giuseppe Ceravolo (già assessore provinciale), Domenico Scuglia, Gino Citton, Marcella De Vita e Ciro Orsi, tutti ex amministratori, con vari ruoli, della società.

Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero falsificato i bilanci della società arrivando ad accumulare, secondo l’accusa, un passivo fallimentare di quasi 10 milioni di euro, ma evitando la liquidazione ottenendo finanziamenti pubblici dal commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Una parte dei finanziamenti sarebbe finita ad altre società costituite dagli stessi soci privati della “Proserpina”. La curatela fallimentare della “Proserpina” si è costituita parte civile con l’avvocato Enzo Cantafio.

IL COMMENTO DI MIRABELLO – «La notizia del rinvio a giudizio del sottoscritto in relazione al procedimento apertosi a seguito del fallimento della società Proserpina Spa, pur amareggiandomi profondamente, non ha minimamente scalfito la mia profonda ed incondizionata fiducia nella magistratura». È quanto sostiene il consigliere regionale del Pd Michele Mirabello che si dice certo che nel processo che si aprirà il 5 maggio «verrà dimostrata la mia totale estraneità rispetto ai fatti che mi vengono contestati, rilevando peraltro che, per quanto mi riguarda, risalgono alla mia esperienza di consigliere d’amministrazione della società nel biennio 2004-2005 ed alla votazione del bilancio del 2005. Dimostrerò nel corso del processo che la mia azione nella suddetta veste ed in quella fase, fu mirata esclusivamente alla salvaguardia del patrimonio della società, al risanamento della medesima ed al recupero dei crediti».

Mirabello evidenzia poi «sin da ora il fatto che le cause del dissesto della Proserpina siano da ricercarsi altrove, anche in considerazione del fatto che, nel 2010, a ben sei anni dalla mia fuoriuscita dal CDA, la società fallì con oltre 7,5 milioni di euro di crediti da riscuotere. Sono certo – conclude il consigliere regionale nonché segretario provinciale del Pd – ogni circostanza verrà vagliata dai giudici in maniera approfondita e che, conseguentemente, la mia personale posizione verrà chiarita in maniera definitiva».

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