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Sono 198 i capi di imputazione a carico di ottantadue persone coinvolte nell’indagine “Ippocrate”, chiusa dai pubblici ministeri Giuseppe Francesco Cozzolino e Antonio Bruno Tridico, della Procura di Cosenza. I primi avvisi sono stati notificati nella giornata di ieri e gli indagati in gran parte medici e dipendenti del Distretto sanitario rendese. Una parte è accusata di aver concesso con troppa leggerezza le invalidità, l’altra di aver utilizzato in modo illecito i badge marcatempo e di aver snellito le pratiche per il rinnovo delle patenti. L’operazione eseguita il 22 luglio dello scorso anno, portò alla notifica di 49 ordinanze di custodia cautelare, tredici delle quali in carcere. Le accuse vanno dal falso ideologico (per la concessione delle invalidità) e truffa (illecito utilizzo del badge delle presenze) ai danni dell’Azienda sanitaria. Tra i nomi degli indagati continuano a spiccare quelli di Pietro Filippo, ex presidente del consiglio comunale di Cosenza, chiamato in causa nella sua qualità di direttore del Distretto sanitario di Rende, Sergio Bartoletti, ex consigliere comunale, medico sportivo, Ottorino Zuccarelli, attuale sindaco di San Fili e consigliere provinciale, chiamato in causa in quanto presidente della commissione per il riconoscimento dell’invalidità civile del distretto sanitario dell’Asp di Rende, e Franco Mirabelli, consigliere regionale, indagato perchè medico dell’ufficio di medicina legale del distretto sanitario di Rende.
La Procura, relativamente all’accusa di falso, ipotizza che «le commissioni preposte al riconoscimento dell’invalidità civile e dell’handicap presso il Distretto sanitario di Rende si riunivano, sistematicamente, in composizione “ridotta”: sia il momento della visita medica che quello della decisione finale vedevano la partecipazione di uno o, talvolta, due soli componenti della commissione. Gli altri componenti, benché assenti, provvedevano a sottoscrivere regolarmente i verbali di visita medica, che venivano successivamente inviati alla commissione di verifica dell’Inps di Cosenza per il prosieguo dell’iter amministrativo. In tal modo gli indagati vanificavano gli obiettivi sottesi al principio di collegialità previsto dalla legge in materia di invalidità civile e di handicap».

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