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REGGIO CALABRIA – Gli uomini del Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato e del Nucleo investigativo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dall’Ufficio del Gip del Tribunale di Reggio Calabria, con contestuale nomina del custode ed amministratore, delle società Eco services S.r.l. e Taurus S.r.l., entrambe con sede legale nel comune di Motta San Giovanni, nonchè dei conti correnti bancari intestati alle medesime. Tre persone risultano indagate: P.G., di 61 anni, P.D., di 30 e P. G., di 60. 

L’operazione, secondo quanto reso noto, trae origine da un primo lavoro investigativo condotto dal Nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato sin dal 2007 sulle attività svolte nell’impianto di produzione di compost di qualità a partire da rifiuti costituiti da fanghi provenienti da impianti di depurazione, sito in località Comunia di Motta San Giovanni e facente capo alla Eco services s.r.l.. Dopo una prima informativa, che si era avvalsa di una consulenza tecnica, nel dicembre scorso il Corpo Forestale aveva proceduto ad un sequestro d’iniziativa dell’impianto di compostaggio, delle aree contermini e dei mezzi meccanici ivi impiegati, per presunte gravi violazioni alla normativa in tema di smaltimento di rifiuti. In particolare, l’ipotesi investigativa lasciava presumere che nell’impianto di località Comunia non venisse prodotto compost di qualità, ma chel’intera area fosse stata utilizzata dalla proprietà come semplice sito di abbancamento e di stoccaggio di rifiuti speciali costituiti da fanghi di depurazione provenienti, oltre che dalla Calabria, da varie regioni del centro Italia e senza che subissero i trattamenti necessari ad abbatterne il carico inquinante. Dai riscontri eseguiti, inoltre, risultava che non c’era alcuna corrispondenza tra le quantità di rifiuti registrati in ingresso e le quantità di compost ufficialmente prodotte e cedute alla Taurus s.r.l., società satellite della prima e riconducibile al medesimo nucleo familiare, per la vendita a terzi.

Tale sequestro, convalidato – si fa rilevare –  in prima istanza dal Gip, era stato annullato dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria. Nel frattempo ulteriori attività d’indagine, corroborate dalla redazione di una seconda perizia tecnica, ha indotto la Procura della Repubblica a chiedere ed ottenere la misura cautelare del sequestro delle società coinvolte ed il loro collocamento in amministrazione controllata.

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