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CATANZARO – I distributori di benzina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria diventeranno un miraggio. Gli automobilisti dovranno avere la lungimiranza di guardare con attenzione contachilometri e livello del carburante, se non vogliono rischiare di rimare appiedati. Sembra la storia di un film di fantascienza, ma è, purtroppo, l’amara realtà. La situazione dei distributori lungo l’autostrada più complessa d’Italia, se non d’Europa, sta emergendo, giorno dopo giorno, in tutta la sua drammaticità. Al punto che l’assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi ha promosso un incontro con  i gestori delle aree di servizio per affrontare nel dettaglio le numerose problematiche derivanti dalla situazione venutasi a creare in merito alle concessioni di distribuzione del carburante sul tratto calabrese della Salerno-Reggio Calabria.   La riunione si terrà mercoledì 10 ottobre, alle 11, nelle sede dell’assessorato di palazzo Europa a Catanzaro. Sono stati invitati a partecipare anche i sindacati rappresentanti di categoria e i lavoratori interessati alla ventilata chiusura degli impianti. L’occasione, inoltre, sarà utile per confrontarsi sui numerosi problemi che le parti stanno quotidianamente evidenziando, anche in riferimento alla stabilità occupazionale, e per un esame congiunto della situazione complessiva delle aree di servizio ricadenti nella tratta. 

Gli allarmi sono diversi, e tutti mettono a rischio il servizio. A partire dalla decisione della Tamoil di abbandonare gli impianti di cui è concessionaria. Si tratta delle strutture di Frascineto sud, Cosenza sud, Rogliano sud, Rogliano Nord e Frascineto sud, tutte in provincia di Cosenza. Il paradosso è che la Tamoil aveva comunicato da tempo ad Anas che avrebbe lasciato le stazioni di servizio. Ad allontanare la società, il mancato rinnovo delle concessioni, che avviene annualmente, e spinge le aziende a non investire in termini strutturali. Tradotto in termini di crisi, niente più servizio di rifornimento e una trentina di posti di lavoro a rischio. 

La preoccupazione era già salita negli ultimi mesi, quando i gestori delle aree di servizio hanno deciso di «ridurre al minimo essenziale il servizio negli impianti per tutti i fine settimana del periodo estivo». 

I problemi evidenziati descrivevano un quadro complesso e articolato, difficile da sostenere: «Lavori interminabili, strutture fatiscenti prive di investimenti e del minimo di manutenzione, condizioni di sicurezza inaccettabili, rifiuto delle compagnie petrolifere di negoziare il rinnovo degli accordi economici e politiche di prezzo delle stesse che condannano Gestori e automobilisti della tratta Salerno-Reggio Calabria ai prezzi dei carburanti più alti d’Italia». 

Fino alla decisione di questi giorni, da parte della Tamoil, di chiudere i propri impianti e abbandonare un’area che appare sempre più una stradina di campagna lontana da qualunque canone proprio di un’autostrada. 

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