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MATERA – «Oggi sono concentrato su questo spettacolo, la pallavolo nell’immediato non la vedo tra le mie priorità. Il concetto di fare squadra? Tutte le grandi squadre focalizzano la loro attenzione su un obiettivo, poi una volta raggiunto serve spostare l’obiettivo ed alzare l’asticella». Sono le parole di Mauro Berruto ex ct della Nazionale italiana di pallavolo ieri sera a Matera al Comunale con il suo spettacolo “Sporting” e questa mattina a confronto con la Fondazione Matera 2019 per trasmettere il concetto di “fare squadra”. «Matera è una città meravigliosa che avevo già conosciuto nella mia esperienza pallavolistica ma che oggi ho potuto ammirare nella sua unicità e con le sue bellezze artistiche. Non è un caso che abbiamo scelto di fare la prima nazionale, di fatto, di questo spettacolo proprio qui a Matera nell’ambito di un virtuale passaggio di testimone con Torino che sarà la capitale dello sport nel 2015». E che sarà di fatto la prossima tappa dello spettacolo di Berruto. Un’idea che lui stesso ripercorre insieme al regista che lo accompagna cioè Enrico Gentile: «lo spettacolo fa riferimento ad un libro che ho scritto qualche anno fa, oggi ho il tempo e la possibilità di portare avanti questo progetto. Fare l’allenatore per me è un lavoro bello, il più bello, lavorare e migliorare delle squadre. Noi abbiamo scelto secono schemi precisi gli attori, giovani».
«Siamo rimasti», aggiunge Gentile, «per alcuni giorni a parlare di sport e a capire che lo sport e lo spettacolo sono simili. Che nella pallavolo c’è un avversario da sconfiggere dall’altra parte della rete, nello spettacolo il tuo contraltare è il pubblico con la differenza che se va via soddisfatto il pubblico in quel caso vincono tutti e non ci sono sconfitti».
Berruto non dimentica i fasti del passato della pallavolo materana e sul momento difficile con la perdita di molte realtà in Italia ad alto livello ricorda: «i campionati di serie A sono in fanno e spesso hanno bisogno di tenere alto il livello anche se oggi non è facile».
Entrando maggiormente nell’aspetto più propriamente tecnico viene facile pensare a quelle che sono le qualità che una grande squadra, non solo di sport deve avere e Berruto non ha difficoltà ad enunciarne alcune: «Ne vuoi tre? Solo tre. Direi le capacità tecniche che legate anche ad altri settori possono definirsi più facilmente come le competenze, poi ci sono le qualità emozionali che hanno la necessità di moltiplicano e il metodo che dà continuità a questo processo». Questa mattina altri aspetti importanti dell’idea, del concetto di fare squadra che attraverso il suo spettacolo Berruto vuole proporre potranno emergere ugualmente, lui aggiunge facendo riferimento all’impegno che Matera ha messo nel raggiungimento del traguardo di capitale della cultura: «ho visto che è stata come una vittoria sportiva, la reazione della piazza come la vittoria di un Mondiale. Questo succede perchè tutte le grandi squadre focalizzano il proprio entusiasmo ed impegno attorno ad un obiettivo ben chiaro. Ora cosa si deve fare? Bisogna cambiare obiettivo, trovarne altri, alzare ulteriormente l’asticella. Non è una cosa facile ma è una cosa importante per una squadra». Messaggi, idee, concetti che ritornano e richiecheggiano anche nello spettacolo andato in scena ieri per la prima volta assoluta in Italia. Uno spettacolo nel quale è stata garantita anche la presenza di molti giovani che si avvicinano davvero e per la prima volta alla pallavolo e che hanno voglia di consocere al meglio questo sport.
Berruto invece appare oggi, concentrato sullo spettacolo e su un progetto nuovo che ha un messaggio legato allo sport ma che non è solo sport. «Alla pallavolo oggi non penso». Parole che testimoniano quella che è la priorità dell’ex ct azzurro ma che garantiscono anche sull’utilità e l’importanza di consigli che non valgono solo nello sport ma che fanno ancora una volta dello sport una palestra di vita. Che ha bisogno di allenatori che insegnino a fare squadra. Come nello spettacolo. Come sostiene Berruto.

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