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POTENZA – “Ci vuole una bella faccia tosta politica, e un’esperienza non da poco nel gioco delle tre carte, da parte del sottosegretario Marco Flavio Cirillo, per conto del ministro all’ambiente, Andrea Orlando, nel far sapere ai lucani che, in risposta all’interrogazione del M5S, la Regione Basilicata, la Provincia di Potenza e il Ministero hanno da tempo sott’occhio la questione Fenice e che ritengono inaccettabile il tentativo della società francese di escludere proprie responsabilità sul superamento, nelle acque sotterranee, della soglia di contaminazione relative ai metalli pesanti”. Lo ha detto, in una nota, il senatore Vito Petrocelli (Movimento cinque Stelle).

Secondo il parlamentare, “insieme all’Arpa di Basilicata, la Regione, la Provincia e il Ministero, hanno, infatti, tenuto sottocchio così bene Fenice Ambiente srl che, per nove anni, come dimostra l’indagine della Procura di Potenza, è stata non solo consentita, ma anche celata ai cittadini la contaminazione delle falde sotto l’area di Fenice e dell’ex zuccherificio. Tutti questi enti, invece, sembrano essere ben consapevoli del fatto che si stesse consumando un reato nel Melfese e che, il dichiarare come inaccettabile l’autoassoluzione di Fenice Ambiente srl dalle proprie responsabilità, è di fatto una maniera subdola della politica lucana di autoassolversi dall’aver coscientemente disatteso il principio di precauzione e dall’aver favorito procedimenti industriali in difformità della legge 152 del 2006. Un sofismo che – ha concluso Petrocelli – non salverà la classe dirigente lucana da una Norimberga che chiederemo quando governeremo la Basilicata per i reati ambientali commessi da decenni a spregio della catena alimentare umana, per aver volutamente sottostimato i numerosi dati epidemiologici sulla salute dei lucani e per aver nascosto, all’opinione pubblica, molte attività invasive sul suolo e sottosuolo lucano”. (ANSA)

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