X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

I ritardi, i nuovi mezzi che ancora non arrivano, le linee ad intermittenza. Si ritorna a parlare di trasporti in Basilicata dopo il faccia a faccia tra l’azienda e l’assesore Berlinguer. A parlare è Piero Mannarino, direttore dell’area trasporto regionale della Basilicata di Trenitalia.

Ogni giorno raccontiamo di ritardi del servizio ferroviario, soprattutto sulla tratta Salerno-Potenza. Spesso legati anche a incidenti che sanno dell’incredibile, come la difficoltà di trazione nella zona di Balvano. In pratica la Basilicata è tagliata fuori dalla modernità.

«Il problema esiste. La morfologia del territorio in quella zona non aiuta, stiamo parlando di un percorso tortuoso e con pendenze fino al 25-26 per mille. Siamo al limite delle prestazioni stabilite dalle norme tecniche. Così, quando le condizioni climatiche sono particolarmente avverse e, magari, abbiamo presenza di vegetazione sulla linea, possono accadere episodi come quelli cui fa riferimento. Tuttavia, attraverso alcune azioni preventive adottate in sinergia con RFI il fenomeno è stato molto ridimensionato. Nel novembre 2014 abbiamo avuto quindici casi, quattro a dicembre e solo uno negli ultimi due mesi. Inoltre è in atto, con RFI, un piano di ammodernamento dell’infrastruttura, condiviso con la Regione, che nei prossimi anni migliorerà sensibilmente la qualità del servizio ferroviario in Basilicata, con particolare riguardo alla tratta Potenza – Foggia».

Può chiarire i termini del rapporto con la Regione Basilicata, più precisamente i contenuti del contratto di servizio?
«Chiariamo innanzitutto che i rapporti tra Regione e Trenitalia sono regolati da un contratto soggetto alle norme del Codice Civile. La Regione è il committente, Trenitalia è il fornitore. La Regione in qualità di committente ha definito quale doveva essere il servizio fornito. La Regione attraverso il catalogo che Trenitalia propone ai propri clienti ha stabilito quali e quanti treni fare, in quali orari e quali località servire. E’ stato calcolato il corrispettivo, ossia il prezzo a carico della Regione del servizio acquistato, e nel 2009 è stato firmato un contratto di sei anni, scaduto il 31 dicembre del 2014. Nonostante questo, continuiamo a erogare lo stesso livello di servizio». 

In termini relativi rispetto alle altre regioni, la Basilicata in che misura contribuisce per garantire il servizio ferroviario ai suoi cittadini?
«Trenitalia e la Regione Basilicata per l’intera durata del contratto hanno  pattuito un corrispettivo  pari a circa 27 milioni di euro annui.
A coprire il costo del servizio si aggiungono i ricavi da biglietti e abbonamenti. Ecco, colgo l’occasione per ricordare che è la Regione a stabilire le tariffe. Con questi 27 milioni la Regione si fa carico di una parte importante del costo del servizio, tenendo bassi i prezzi del biglietto. In Basilicata, se ricordo bene, sono fermi da circa quindici anni».

Proprio sul contratto di servizio l’assessore regionale ai trasporti, Aldo Berlinguer, ha stigmatizzato la vostra “latitanza” rispetto agli impegni assunti. In pratica la posizione è: noi, regione, paghiamo, voi non ci garantite la prestazione concordata.
«Noi non latitiamo. Anzi, stiamo facendo di più di quanto previsto. Il 31 dicembre 2014 il contratto è scaduto e nonostante questo i nostri treni circolano, eroghiamo lo stesso livello di servizio, portiamo i viaggiatori a destino. Per quanto riguarda i pagamenti, ribadisco: la Regione ha un debito nei nostri confronti di 27 milioni di Euro pari all’intera annualità 2014».

Berlinguer sembra essersi messo di traverso anche per quanto riguarda le ispezioni. Voi cosa rispondente?
«Nulla, era previsto dal contratto. Il problema è che ora il contratto è scaduto».

Trenitalia ha affrontato, di recente, l’atavica questione della ferrovia a Matera? E’ immaginabile che l’appuntamento del 2019 possa mettere in moto progetti?
«Intanto ricordiamo che Trenitalia è la società di Trasporto del Gruppo Fs Italiane. La questione che pone riguarda sia i servizi esistenti, da rafforzare, che oggi non gestiamo comunque noi, sia, e soprattutto, le infrastrutture. Il Governo, dopo l’indicazione della città di Matera quale Capitale Europea della Cultura nel 2019, ha chiesto al Gruppo Fs Italiane e, in particolare, a Rete Ferroviaria Italiana, uno studio per ben definire gli interventi necessari al completamento, ed eventuale potenziamento, delle opere già avviate e per rendere i tempi di percorrenza dei collegamenti ferroviari fra Matera e Potenza competitivi con quelli su strada. Questo studio è in corso e, a breve, sarà presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».

Per finire – e non sembri una banalità – i lucani non possono rassegnarsi, benché pochi, a vivere in una condizione di isolamento. L’alta velocità sembra un sogno, fuori purtroppo, da qualunque programmazione strategica nazionale. Ma fermarsi quasi a dover spingere le carrozze ci relega a un tempo della storia decisamente fermo.
«La questione alta velocità, come tutta la politica delle infrastrutture del Paese, riguarda un piano diverso da quello che stiamo affrontando con questa intervista. Posso dire, invece, che in accordo con la Regione i collegamenti con Salerno e Napoli, in connessione proprio con l’alta velocità, sono migliorati molto».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE