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MATERA – “Sarà un Carro della Bruna che vi stupirà”. Una tecnica innovativa, una rivincita personale rispetto alla volontà di dimostrare di poter fare bene questo lavoro, una squadra di cartapestai costruita nel corso di poche settimane con l’ambizione che possa in futuro occuparsi della costruzione del Carro.

Sono solo alcuni dei sentimenti e degli obiettivi che Andrea Sansone alla sua prima volta nella costruzione del Carro della Bruna racconta al “Quotidiano” all’esterno della fabbrica del Carro nell’ultimo punto accessibile di una zona completamente blindata per tenere al riparo l’opera da occhi indiscreti.

Solo oggi il Comitato che organizza la Festa ha prevista una sorta di visita-anticipazione del manufatto per la stampa ma senza la possibilità di scatti e video per tenere il più possibile la sorpresa dell’opera compiuta e completata.

“Preferisco così, voglio che i materani vivano la sorpresa e l’emozione che questo Carro riesce a trasmettermi e per la quale sto trascorrendo insonne le ultime notti”.

«Ho preparato direttamente gli stampi, si tratta di 10 angeli, 9 cherubini, 4 angeli più grandi di circa un metro e sessanta di altezza e poi due bambini, sei figure grandi compresa una famiglia con madre, padre e figlio».

Un lavoro maniacale ed una grande cura dei particolari sono ciò che Sansone sta mettendo in campo in questi giorni e man mano che l’appuntamento con il 2 Luglio si avvicina.

“Voglio dimostrare innanzitutto a me stesso di poter fare questo Carro, sono convinto che colpirà e poi abbiamo adoperato un nuovo metodo per lavorare la cartapesta che è davvero per tutti. E’ quello”, racconta, “che ho chiamato metodo Sansone e che di fatto permette in poco tempo di adattarsi e lavorare la cartapesta”.

Andrea Sansone entra poi più nel dettaglio del lavoro che necessita ancora di piccoli interventi ma che è ormai sulla strada giusta: “passo delle notti insonni non solo per una sorta di maniacalità ma anche perchè si tratta della mia prima volta e non voglio dimenticarmi niente, si tratta di una sorta di nervosismo che aumenta con l’avvicinarsi dell’evento”.

Andrea spiega anche il suo modo di concentrarsi e di creare quelle sculture e quei volti che saranno parte integrante del Carro. “Quest’anno i volti saranno tutti diversi, ognuno avrà una sua fisiomomia ben precisa, io di solito mi chiudo da solo con la musica ed attendo il momento giusto per creare, perchè l’ispirazione arriva. La prima statua l’ho fatta dieci giorni fa e poi da allora quasi una statua al giorno. Alcune non mi sono venute bene, le ho rifatte. Notre dame de Paris è uno dei brani che mi hanno aiutato ma spesso vado a caso e mi lascio trasportare”.

“Le posizioni, le posture, il viso sono totalmente diverse tra loro, solo il panneggio in argilla è uguale per tutti”.

A febbraio subito dopo la presentazione del bozzetto le prime tre settimane di lavoro per creare l’impalcatura del Carro con il falegname. Poi gli stampi e l’inizio del lavoro vero e proprio che oramai è agli sgoccioli. Sansone ha studiato i particolari, “questi sono alcuni capitelli venuti male della cupola di San pietro”, ci dice indicando in un angolo dei piccoli capitelli, «siamo stati attenti a riprodurre quella cupola nel dettaglio, con grande attenzione. E i materani possono stare tranquilli uscirà senza problemi dalla fabbrica. Ne abbiamo preso le misure”.

Poi sempre nell’ottica dei particolari curati ci racconta dei sandali di carta di San Paolo e del cappellino di San Pietro: “in pochi ricordano che gli apostoli partono dalla religione ebraica quando incontrano Gesù e che San Pietro è stato il primo papa. Di qui l’idea del cappellino. Poi ci sono i gioielli degli angeli, anche gli sguardi e le braccia che indicano la Madonna o reggono un libro. Speriamo di aver pensato davvero a tutto”.

Poi Andrea spiega l’avventura avviata con la cartapesta, una novità che stando ai risultati ha funzionato anche se il giudizio decisivo arriverà il 2 Luglio.

“Io non avevo mai fatto la cartapesta ma ho imparato, sono cresciuto man mano insieme al gruppo di ragazzi che mi hanno aiutato. Oggi siamo pronti, per me è una piccola rivincita. Ricordo che due anni fa Michelangelo Pentasuglia mi ha chiamato per i dipinti, ha creduto in me ma oggi sono migliorato”.

Poi una speranza cioè che «le statue non vengano rovinate al momento dello sfascio. Le stiamo inchiodando al Carro ma in maniera  che una volta prese dovrebbero staccarsi per intero.

Il mio augurio è che si pensi ad applaudire il compagno che ha conquistato per primo la statua e che le opere rimangano integre e non si distruggano».

Infine il 25 giugno nei Sassi a Santa Martia Vecchia una mostra di Enrico Filippucci dal titolo “Festa della Bruna dal reale all’immaginario” conterrà anche una sezione destinata ai protagonisti del Carro. Quelli che Andrea Sansone ha voluto definire le facce da Carro.

p.quarto@luedi.it

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