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MELFI – Mentre la dirigenza Sata annunciava nuova cassa integrazione nello stabilimento di Melfi, con un fermo produttivo programmato per la settimana che va dal 2 all’8 maggio, nel centro sociale di Rionero i vertici della Fiom nazionali e locali si confrontavano ieri mattina sull’accordo relativo al nuovo metodo di organizzazione del lavoro “Ergo Uas”, già sottoscritto da Fim, Uilm, Ugl e Fismic. Al termine della riunione – alla quale hanno preso parte anche il segretario nazionale Maurizio Landini, e i responsabili del settore auto Enzo Masini e Giorgio Airaudo, oltre ai territoriali Emanuele De Nicola e Giuseppe Cillis e ai delegati rsu dello stabilimento Sata – il sindacato ha predisposto una lettera ainviata ai vertici aziendali. Nella quale si chiedono integrazioni interpretative al documento sottoscritto dagli altri sindacati. L’accordo era stato siglato inizialmente anche dalla Fiom che poi ha deciso di sospendere la propria valutazione. Esso prevede la sperimentazione dall’11 aprile fino al prossimo novembre del nuovo sistema di organizzazione del lavoro, con una rimodulazione delle pause la cui durata complessiva resta di 40 minuti. Per i metalmeccanici della Cgil ci sono, però, punti da chiarire prima di confermare la sigla con la firma definitiva. Pena la non sottoscrizione dell’intesa che segnerebbe l’ennesima spaccatura sindacale. Ma quali sono le integrazioni richiesta? Per la Fiom è innanzitutto necessario prevedere che a effettuare la valutazione finale al termine del periodo di sperimentazione siano tutte le parti e che, nel caso in cui il giudizio dovesse essere negativo, non si proceda con la riduzione delle pause a partire dal gennaio 2012. Ancora che la valutazione si seguita da un referendum interno da estendere a tutti i lavoratori dello stabilimento e che nel corso della fase di sperimentazione sia prevista una piena agibilità sindacale nel corso della sperimentazione a tutti i componenti la rsu e ris della Sata. Richieste contenute nella lettera inviata ai vertici della Fiat che il sindacato chiede vengano accolte come integrazioni interpretative o allegati al documento principale. In caso contrario la Fiom annuncia la mancata firma dell’accordo. In attesa della risposta da parte dell’azienda, gli altri sindacati potranno iniziare da oggi a tenere le assemblee con i lavoratori mentre per questa mattina la Fiom ha programmato un volantinaggio davanti ai cancelli della Sata per diffondere i contenuti del documento. Nel frattempo i sindacti commentano la nuova cassa integrazione comunicata dall’azienda per adeguare i flussi di produzione alle vendite. «Questo sopraggiunto fermo produttivo – dice il segretario della Fismic, Marco Roselli – si aggiunge ai giorni 11 e 18 di aprile nonché all’ultima settimana di aprile già comunicati in precedenza ai lavoratori. Le motivazioni evidenziano ancora una volta la profonda crisi che sta vivendo il settore auto nel nostro Paese e non solo. I tanti lavoratori metalmeccanici sono chiamati ancora una volta a resistere, in attesa di una ripresa che si spera arrivi al più presto. Il nostro compito comunque è di non abbassare la guardia contribuendo al mantenimento e se possibile miglioramento dei livelli di competitività, senza violare diritti indisponibili, per la salvaguardia dei posti di lavoro in particolare in tempi di crisi». Per i segretari dell’Ugl, Pino Giordano e Donato Russo lo stop annunciato «conferma le nostre perplessità sulle voci circolate nei giorni scorsi. Certamente sta pesando l’andamento al ribasso degli ordini registrato in questo primo scorcio del 2011 e che l’Ugl – proseguono i sindacalisti – aveva già annunciato nel vedere gli ordinativi della concessionarie precipitosamente in discesa del ben oltre il 40% della ‘Grande Punto’, auto che produce lo stabilimento Lucano. Sempre più forte è la richiesta dell’UGL di Basilicata – concludono Russo e Giordano- nell’invitare il Lingotto a stabilire per la Sata un nuovo modello di vettura invitando contemporaneamente il sindacato nel far fronte comune adeguandosi ai tempi che certamente non lasciavano presagire per il sito di San Nicola di Melfi, nulla di buono».

mar.lab.

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