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MATERA – Azzerata la dirigenza regionale della Fidal Basilicata, che viene commissariata.

L’operazione di Polizia della Questura di Matera, denominata “Ghost Runner” e che ha portato ad emettere 23 denunce a piede libero, per altrettanti dirigenti e atleti che risponderanno di una serie di reati, che vanno dall’associazione a delinquere, alla sostituzione di persona, falso ideologico e materiale, truffa in danno di ente pubblica e frode sportiva, porta anche il suo primo effetto prettamente sportivo.

Il Comitato Regionale di Basilicata della Fidal, la Federazione Italiana di Atletica Leggera (in seguito alle dimissioni di Emanuele Vizziello, apparse per la prima volta martedì sul sito ufficiale della Fidal di Basilicata) è stato sciolto e di conseguenza affidato alla gestione del commissario Angelo Giliberto, già presidente del Comitato Regionale di Puglia.

Al Commissario straordinario, oltre ai compiti di primaria necessità, è stato chiesto anche di indire, entro 60 giorni l’assemblea elettiva (che dovrà poi svolgersi entro i successivi 30 giorni).

Dunque, nei prossimi tre mesi il massimo ente di atletica leggera lucano avrà una nuova dirigenza.

La delibera relativa al commissariamento è stata firmata nella giornata di mercoledì dal presidente federale Alfio Giomi, e fa seguito, a sole ventiquattro ore di distanza, alle dimissioni presentate dall’omai ex presidente del Comitato regionale di Basilicata, Emanuele Vizziello; tra i principali indagati della vicenda emersa dalle indagini delloperazione “Ghost Runner”.

Ricordiamo che, dall’indagine è emerso un mondo parallelo che portava i “gestori” della truffa, poi riscopertisi promotori della associazione a delinquere, approfittando della propria posizione privilegiata, l’uno presidente, l’altro segretario del Comitato regionale della Fidal di Basilicata, compilavano documenti falsi e creavano società fittizie con atleti inesistenti, facendo correre sempre gli stessi campioni, al posto di atleti meno bravi o persino inesistenti, per poter utilizzare, in seguito, le loro vittorie per la richiesta di contributi alla Regione Basilicata, rivelatasi la vittima della truffa che ha portato tra i 60 ed i 100 mila euro all’anno nelle tasche dei soggetti  coinvolti.

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