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VIBO VALENTIA – Un’aula bunker gremita forse come mai nella sua breve vita ha ascoltato le parole pronunciate dal giudice Fabio Regolo, presidente del Tribunale collegiale, che annunciava, nero su bianco, il verdetto a carico dei componenti della famiglia Soriano. Sei assoluzioni piene, due condanne lievi rispetto agli anni richiesti dall’accusa e la caduta del vincolo associativo. Contestazioni, dunque, demolite dalla sentenza del Tribunale collegiale di Vibo che, di fatto, ha concordato con le richieste assolutorie avanzate dal folto collegio di difesa in un dibattimento che in alcuni tratti ha avuto toni particolarmente accesi, ma sempre nel rispetto delle parti. Il verdetto. Sono 7 anni e quattro mesi totali, e 2000 euro di multa. Nel dettaglio il Collegio ha condannato ad un anno 8 mesi Leone Soriano, ristretto in regime di 41 bis, considerato dagli inquirenti il vertice del sodalizio criminale; 5 anni e sei mesi invece sono stati inflitti a Giuseppe Soriano, figlio di Roberto (vittima di “lupara bianca”) per la vicenda del bar “Pasticcino”, disponendo il risarcimento del danno a carico di Domenico Deodato, più le spese della costituita parte civile. Le assoluzioni hanno, invece, riguardato Francesco Parrotta, Gaetano Soriano, fratello di Leone e le tre donne Rosetta Lo Preiato, Graziella D’Ambrosio, e Graziella Silipigni. Queste ultime due erano in regime di arresti domiciliari già da tempo. Per tutti gli assolti il giudice ha ordinato l’immediata scarcerazione se non detenuti per altra causa.

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