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POTENZA – La manovra regionale ha cominciato l’iter consiliare. Lo start, raccontano, ha rispettato la consuetudine. La relazione del presidente De Filippo è piuttosto un anticipo di percorso. I consiglieri – riuniti ieri in una seduta congiunta di tutte le commissioni consiliari – sanno bene che la battaglia su cifre e contenuti comincerà man mano che ci si concentrerà sui singoli articoli del disegno di legge. Il governatore ha ribadito che il tempo degli sprechi è finito da un po’. Anche quest’anno la missione «è quella della razionalizzazione delle risorse», cominciando da una conferma, «il divieto di istituire nuovi comitati, commissioni e altri organi collegiali». Per gli enti strumentali, poi, vale la regola del pareggio obbligatorio. Di deficit, in fondo, ne sono già stati ripianati parecchi negli anni.
L’indebitamento complessivo non potrà essere superiore a 91,5 milioni di euro, di cui 14 destinati alla quota a carico della Regione per gli investimenti nel settore sanitario. De Filippo ha dettagliato alcune previsioni della manovra: atteso un contributo per l’inserimento lavorativo dei soggetti diversamente abili (1 milione di euro), mentre 42 milioni di euro saranno destinati alla prevenzione ambientale. Il fondo per le politiche sociali regionali dovrebbe essere di 24 milioni di euro, quello per le vittime dell’usura di 400 mila euro. Venticinque i milioni per ricerca e innovazione. A monte, la cifra del taglio al bilancio rispetto all’anno precedente: 112 milioni di euro.
Faticoso, ma necessario, spiegano da via Verrastro, bilanciare esigenze e aspettative, in un provvedimento basato su «rigore, equità e crescita». A queste «tre parole chiave», De Filippo riconduce alcune misure per il sostegno al credito, gli interventi sulla banda larga, le azioni sul welfare regionale. Basterà? In realtà, la discussione solo nei prossimi giorni entrerà nel vivo, con prevedibili modifiche in corsa, proposte e suggerimenti che emergeranno nelle singole commissioni tematiche.
Ieri, dopo una prima lettura, però, già circolavano critiche e alcuni spunti di riflessione. Mario Venezia (Pdl) si è affidato a una nota per sottolineare che i contenuti della manovra finanziaria «nella quasi totalità, sono la riproposizione di quelli dello scorso anno». Pensa, ad esempio, «agli interventi di ripiano dei debiti delle aziende sanitarie per ulteriori 20 milioni di euro, in aggiunta ai 40 milioni spesi lo scorso anno». Più di qualcuno ha fatto notare, infatti, che proprio l’audizione di De Filippo ha confermato in commissione il persistere di un deficit sanitario, per cui, invece, era stato annunciato il risanamento, grazie ai tagli approvati in sede di assestamento estivo (a partire dalla riduzione dei servizi nei presidi ospedalieri periferici).
Il documento finanziario regionale per la gestione dei servizi di trasporto dovrebbe prevedere un fondo da 135 milioni di euro. Ma proprio questo capitolo costringerà a una serie riflessione (almeno secondo l’auspicio dei più). Come la gran parte dei settori, anche il trasporto è legato a cifre al momento solo ipotetiche. Senza l’approvazione della manovra nazionale, impossibile avere la certezza delle risorse in arrivo, su cui tarare i calcoli locali.
In bilico anche la tassazione sul cittadino. «Il Governo Monti – ha ricordato in una nota De Filippo – ha previsto una riduzione del fondo sanitario nazionale di 2,5 miliardi che dovrebbe essere coperta dall’addizionale Irpef». La Basilicata – come altre Regioni – potrebbe coprire i minori trasferimenti aumentando l’addizionale di uno 0,30 per cento (da 0,9 a 1,23 per cento). Sarebbe la prima volta nella storia della Regione. Al momento resta un’eventualità anche l’adesione alla possibilità – indicata da un accordo Stato-Regioni – di aumentare di un centesimo al litro le accise sulla benzina. Nel frattempo, la previsione dell’incasso delle royalties sale a 100 milioni di euro.
Il momento, spiegano un po’ tutti, è difficile. «Il punto, però, è capire dove si può incidere». Franco Mollica (Mpa) ha fatto notare che forse non bisogna lavorare solo sui saldi finanziari. «Per la crescita servono anche piccoli passi, provvedimenti attenti a far respirare la nostra economia, a partire dalla macchina amministrativa». Con sguardo lungo.
La sensazione diffusa tra i banchi (non solo del centrodestra) è che la prossima manovra regionale si limiti, per adesso, a un «rimescolamento di cifre», in attesa del quadro nazionale. Ma poco si muove sul fronte «dello sviluppo, dell’occupazione, della crescita». L’orizzonte a cui ha fatto cenno il consigliere Luigi Scaglione (Popolari uniti) è quel costante «pantano» in cui restano i progetti di riforma. Agricoltura, enti locali, sanità quasi sopravvivono mentre si celebra un rimando tra giunta e consiglio, che paga, forse, soprattutto la carenza di «spinta» di questo governo regionale.

Sara Lorusso

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