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I lavoratori della Firema hanno detto «sì» all’accordo siglato qualche giorno fa al Ministero dello Sviluppo Economico che prevede la cessione dell’azienda alla cordata capeggiata dalla multinazionale indiana Titagarh cui partecipa anche la società partenopea Adler.

Nel referendum tenutosi tra ieri e oggi nei quattro stabilimenti di Caserta, Tito (Potenza), Spello (Perugia) e Milano, su 463 votanti ci sono stati 328 «sì» e 125 «no» (dieci le schede bianche e nulle).

A Caserta, dove sono impiegati 345 lavoratori, i «sì» sono stati 272 contro 105 «no”; a Tito hanno votato per l’accordo 63 addetti mentre 9 sono stati i contrari; quasi un plebiscito a Spello, dove 23 sono stati i «si», solo uno il «no”; a Milano 33 lavoratori hanno dato parere favorevole all’accordo, 11 lo hanno bocciato.

L’intesa prevede che nella newco (TFA) formata da Titagarh e Adler verranno trasferiti subito 340 lavoratori su 496 in servizio nei quattro stabilimenti; dei 160 che resteranno fuori 80 verranno assunti con contratti a termine, con la possibilità di diventare definitivi entro un anno, altri 80 resteranno comunque nel bacino Firema e potrebbero rientrare in caso di nuove commesse di lavoro.
«E’ un risultato non scontato – spiega Giovanni Sgambati, segretario della Uilm Campania – che premia cinque anni di gestione straordinaria. Quest’accordo ha evitato il fallimento; adesso sarà nostro compito monitorarne la concreta attuazione e far sì che quest’azienda, importante nel settore del materiale ferroviario, possa effettivamente rilanciarsi e mettere in sicurezza l’insieme dei lavoratori, sia quelli coinvolti immediatamente che quelli che restano nel bacino Firema».

«E’ stato un referendum molto sofferto – dice Giovanni Ianniello, delegato Fiom-Cgil e lavoratore dello stabilimento casertano – specie a Caserta i ‘nò sono stati tanti anche perché sono stati tanti i sacrifici sofferti in questi anni dai lavoratori. Siamo moderatamente soddisfatti, ora dovremo controllare che tutto proceda come è scritto nell’accordo e l’azienda si rilanci effettivamente». (ANSA).

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