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Esuberi ridotti da 1.506 a 534, organico in Italia fissato a 1.800 unità, con contratto di solidarietà, e investimenti complessivi previsti pari a 25 milioni di euro.

È quanto prevede l’evoluzione dell’accordo raggiunto nel 2013 per Natuzzi – che produce divani fra Basilicata e Puglia – firmato oggi a Roma.

La forma definitiva dell’accordo è stata firmata da azienda e sindacati alla presenza del Sottosegretario, Teresa Bellanova, di dirigenti del Mise e dei rappresentanti di Basilicata e Puglia e rappresenta «uno strumento determinante per il rilancio qualitativo e produttivo» degli stabilimenti Natuzzi in Italia.

A Matera e a Laterza (Taranto) saranno fabbriche specializzate «per tipologia di prodotto» e giungeranno ciascuna al «ciclo completo di produzione dei divani». Lo stabilimento lucano farà da «riferimento per la produzione Re-vive, posizionandosi come centro di eccellenza e di innovazione. Lo stabilimento di Santeramo sarà destinato alla produzione della collezione “Divani & Divani by Natuzzi”».

La riduzione degli esuberi e quota 1.800 per l’organico in Italia (dalle attuali 2.334 unità) sono due punti importanti dell’accordo (il terzo è rappresentato dai 25 milioni di euro di investimenti): i 1.800 avranno il contratto di solidarietà, gli altri la cassa integrazione e «gradualmente» il riassorbimento «attraverso le iniziativa di reindustrializzazione del territorio previste dall’accordo del 10 ottobre 2013 e in parte già avviate».

Il presidente e amministratore delegato, Pasquale Natuzzi, ha definito l’accordo di oggi «il risultato di un lungo cammino, percorso da tutti gli attori della trattativa all’insegna della responsabilità e della fiducia reciproca. Noi vogliamo continuare a competere nel mondo ed esportare i nostri prodotti partendo dall’Italia: il Paese in cui continuiamo a credere e a investire. Oggi più che mai abbiamo avuto fiducia nell’Italia, nelle capacità, nell’impegno e nella responsabilità dei nostri collaboratori, ma anche nel Governo per quanto di buono sta facendo nell’opera di modernizzazione del Paese. Benché la situazione dei mercati non sia ancora stabile e venti di guerra soffino minacciosi in aree strategiche del mondo – ha concluso Natuzzi – l’accordo rappresenta un punto di partenza
promettente, che ci permette di guardare al futuro, nostro e del nostro Paese, con maggiore ottimismo». 

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