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CROTONE – La cosca Farao-Marincola di Cirò era riuscita ad insediarsi bene in Umbria, al punto da gestire un vasto traffico di cocaina, al punto da far dire al comandante del Ros Mario Parente: «E’ indubbio che in Umbria ci siamo infiltrazioni mafiose, una presenza che era emersa già in inchieste del passato. Tra gli aspetti che danno la misura della caratura criminale degli indagati c’è anche un’intercettazione in cui fanno riferimento ad un prezziario: 500 euro per un attentato incendiario, per “spezzare le gambe” – come dicono loro – più o meno 3000 euro. Per i colpi di arma da fuoco si saliva a 7-8 mila euro».

La rete è stata però scoperta dai carabinieri e dalla Procura distrettuale antimafia di Perugia che hanno emesso provvedimenti nei confronti di venti persone accusate, a vario titolo, di omicidio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. L’operazione dei carabinieri del Ros è stata denominata “Trolley-Sotto traccia”.

L’operazione ha interessato Umbria, Calabria e Lazio, con la notifica delle ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della procura distrettuale antimafia di Perugia. Al centro delle indagini condotte dal Ros, dunque, una proiezione della cosca Farao-Marincola di Cirò, da tempo operante in Umbria, ritenuta responsabile di un vasto traffico di cocaina, approvvigionata in Calabria e successivamente distribuita localmente in varie piazze di spaccio. 

Tra i soggetti colpiti dalle ordinanze di custodia cautelare anche sei persone accusate di essere mandanti, organizzatori ed esecutori dell’omicidio di Roberto Provenzano, il muratore calabrese freddato da un colpo di pistola alla testa nella sua abitazione alla periferia di Perugia nel 2005. Un fatto di sangue che, secondo gli investigatori, sarebbe scaturito da debiti contratti dalla vittima con l’organizzazione calabrese. Per lo stesso delitto l’unico imputato è Gregorio Procopio, assolto in due gradi di giudizio e il cui caso pende presso la Corte di Cassazione. Le recenti indagini sono state svolte attraverso la rivisitazione e la rivalutazione degli atti e delle intercettazioni relative all’operazione che svolsero sul caso i ROS nel 2007. Le recenti operazioni di filtraggio compiute dal Ris di Roma sulle fonie dell’epoca, infatti, avrebbero permesso di individuare elementi di colpevolezza nei confronti dei sei arrestati.

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