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La Procura di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta su presunti illeciti nella gestione di fondi regionali per progetti che non sarebbero mai stati realizzati, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e di quindici ex assessori dell’esecutivo di centrosinistra e del precedente di centrodestra, e ancora di altre otto persone.
L’inchiesta, coordinata dal pm Elio Romano, fa riferimento a fatti accaduti tra il 2005 ed il 2009 e riguarda, in particolare, un progetto che era finalizzato alla selezione e alla preparazione di disoccupati di lunga durata da reinserire per la manutenzione e la pulizia delle aree verdi dei parchi nazionali della Sila, del Pollino, e dell’Aspromonte.
Reinserimento che, secondo l’accusa, in realtà non ci sarebbe mai stato nonostante l’esborso di circa dieci milioni in tre anni da parte del ministero del Lavoro, destinati sia alle società che avrebbero dovuto selezionare i lavoratori, prima la Sial e poi l’Arssa, sia per il sussidio mensile per gli stessi lavoratori.
Le accuse contestate agli indagini sono abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Oltre a Loiero, il rinvio a giudizio è stato chiesto per gli ex assessori Mario Pirillo, Antonino De Gaetano, Mario Maiolo, Nicola Adamo, Doris Lo Moro, Sandro Principe, Diego Tommasi, Luigi Incarnato, Demetrio Naccari Carlizzi, Francesco Sulla, Domenico Cersosimo, Vincenzo Spaziante, Michelangelo Tripodi, Silvio Greco e Giovanni Dima; gli ex dirigenti della Regione Franco Petramala, Domenico Carnevale, Marinella Marino, Michelina Ricca, Rocco Leonetti; l’ex capo di gabinetto della Giunta di centrodestra, Francesco Morelli; Antonio Saladino, ex amministratore della Società Sial, incaricata per prima dell’opera di selezione dei lavoratori da reinserire, e Matilde Mancini, ex dirigente del ministero del Lavoro.

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