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COSENZA – «Fra tre mesi sarò vescovo». Così diceva, un po’ scherzando un po’ no, il sacerdote accusato dalla procura della Repubblica di Cosenza, di abusi sessuali su un ragazzino di 12 anni, suo alunno in una delle migliori scuole di Cosenza (LEGGI LA NOTIZIA).
L’aspirazione del prete all’episcopato era nota a diversi sacerdoti di Cosenza che lo conoscevano e di tanto in tanto lo frequentavano.

«Fra non molto mi bacerai la mano» era un’altra delle battute che il religioso rivolgeva ad amici e conoscenti, mimando il gesto riservato ai vescovi in segno di rispetto e devozione.

Probabilmente gli inquirenti che hanno tenuto sotto controllo il prete, a seguito della denuncia dei familiari del bambino che avrebbe subito le sue insane attenzioni, hanno ascoltato qualcuna di queste frasi.

La possibilità di un avanzamento dell’indiziato nella gerarchia ecclesiastica, ha indotto il pm Antonio Bruno Tridico ad accelerare i tempi d’intervento nell’inchiesta avviata diversi mesi addietro.

La scorsa settimana è stata così disposta una perquisizione domiciliare al sacerdote, con contestuale sequestro del computer personale ed altri supporti informatici. Sarebbero stati trovati filmati e immagini pornografiche.

Il computer, i suoi contenuti ed i collegamenti a internet effettuati, sono ora all’esame della squadra mobile di Cosenza. Come sono al vaglio degli investigatori determinate espressioni riguardanti l’eventuale nomina a monsignore del sacerdote cosentino indagato.

Intanto, l’avvocatessa Rossana Cribari, che difende l’indiziato, non esclude che prima o poi possa svolgersi un incidente probatorio, con un confronto fra la presunta vittima e il presunto molestatore, alle presenza del giudice delle indagini preliminari e di uno psicologo dell’infanzia.  Il tutto per valutare l’attendibilità del racconto del ragazzino.

Secondo indiscrezioni trapelate, però, il pubblico ministero oltre ad aver in mano la denuncia dei genitori del bambino e la versione dello stesso sui fatti contestati, a supporto dell’accusa, avrebbe nel fascicolo altri elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa.

La Curia di Cosenza e l’arcivescovo Francesco Nolè, continuano a mantenere sulla vicenda un atteggiamento di cautela. «La nostra Chiesa – ha detto il presule – mentre confida nell’operato della magistratura e degli inquirenti, invita tutte le comunità a pregare per la presunta vittima dell’abuso, per la sua famiglia e per il sacerdote ed esorta a non cadere nella tentazione del facile giudizio fino a quando non saranno appurate le eventuali responsabilità del sacerdote e non sarà fatta piena luce sull’intera e triste vicenda».

Stessa cautela e riserbo sulle indagini in atto continua a mantenere in questo momento la procura della Repubblica.

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