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POLICORO – Ci sono almeno altre due denunce, episodi analoghi a quello accaduto ai danni del fragoleto del consigliere comunale Giovanni Lippo.

Nelle ultime settimane, infatti, altre segnalazioni sono state formalizzate alla Polstato, per l’avvelenamento di un altro fragoleto e di un campo di fave. Il metodo è sempre lo stesso: diserbante dolsamente inserito nell’impianto automatico di fertirrigazione e il gioco è fatto. L’operatore apre le mandate convinto di irrorare le piante, invece le cosparge di veleno, facendole seccare inesorabilmente. Migliaia di euro di danni in pochi minuti.

Dalle indagini non trapela ancora nulla, ma la pista più seguita non sarebbe quella dell’agroracket, bensì della concorrenza sleale, o addirittura la vendetta di qualche operaio licenziato. Di certo, questi episodi hanno molto in comune, almeno per il movente, con i recenti attentati incendiari: in entrambi i casi si vuole annientare la produzione di un’azienda nel cuore del periodo più florido. Azzerarne i guadagni ed impedire l’immediata ripresa, per togliere di mezzo un pericoloso concorrente in tempi di crisi, quando il prezzo della fragola è sceso ai minimi storici.

Di certo, nelle campagne metapontine c’è una forte preoccupazione, anche perchè questo nuovo metodo è subdolo, approfittando dell’automazione nella procedura, che non avviene più tramite autobotti facilmente controllabili.

Gli inquirenti indagano in silenzio, ma proprio questo metodo lascia loro ancora meno tracce rispetto agli incendi; quindi è ancora più difficile venirne a capo.

Secondo il consigliere comunale Gianni Di Pierri di “Policoro Futura”, «il crescente ripetersi di attentati ed episodi criminosi di varia natura, pone in indiscusso rilievo il problema della sicurezza, vera e propria emergenza del nostro territorio. Imprese, artigiani, commercianti, agricoltori e famiglie di recente sono ormai frequentemente vittime di una criminalità sempre più viva e presente nella nostra area geografica. E’ opportuno fare rete per contrastare il fenomeno e prevenire il rischio che la criminalità torni ad organizzarsi con uomini, mezzi e strategie che metterebbero sempre più rischio il nostro già precario tessuto socio – economico e, peggio, l’incolumità delle persone. Per quanto il lavoro di tutte le forze dell’ordine che operano in loco è sempre stato encomiabile, occorre forse far fronte comune tra enti ed istituzioni per scongiurare il ripetersi o peggio l’accrescersi e lo stabilizzarsi di fenomeni delinquenziali.

Per questo, come movimento civico locale, chiediamo che il Comune di Policoro si faccia promotore dell’istituzione di un tavolo di lavoro permanente che riunisca i vertici locali e provinciali delle Forze dell’ordine, la Prefettura e la Questura e gli altri Comuni dell’area metapontina per elaborare strategie di repressione e prevenzione delle infiltrazioni criminose. La sorveglianza organica coordinata -conclude- in specie notturna, di centri urbani, delle aree di campagna, dei presidi produttivi (aree artigianali ed industriali), dei litorali e delle aree boschive, la videosorveglianza, il potenziamento delle reti di illuminazione pubblica, il recupero delle aree degradate, il controllo capillare della Ss 106 e delle altre arterie di collegamento, il monitoraggio e gli interventi nei tessuti sociali disagiati, l’integrazione degli stranieri, la interconnessione delle sale operative, il potenziamento tecnologico, l’istituzione del Vigile o poliziotto di Quartiere, il controllo nei locali notturni, lo scambio di informazioni tra forze di polizia e le altre istituzioni».

a.corrado@luedi.it

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