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MA Fratelli d’Italia insiste: i soldi con cui verrà pagato il contributo aggiuntivo ai lavoratori dell’indotto Eni arrivano da un fondo, frutto degli accordi del ’98, che dovevano essere spesi per l’attuazione di azioni finalizzate alla compensazione ambientale e al sostegno dello sviluppo sostenibile, “distratte”, invece, su una misura destinati a pochi lavoratori. E alla replica dei sindacati, non manca di replicare, a sua volta, il consigliere Rosa. Che dalla sua bacheca facebook commenta: «Mentre la triplice si risente e risponde stizzita ai miei legittimi dubbi su un’operazione che crea discriminazione (1.000 euro elargiti dalla Regione Basilicata in favore degli operai dell’indotto Eni), gli operai Vibac aspettano di sapere se riusciranno a salvare il proprio posto di lavoro. Qualcuno si faccia delle domande e si dia delle risposte. Anche loro sono della Val d’Agri. Quanto brucia essere presi con le mani nella marmellata». Ma la sua non è l’unica reazione all’interno del partito. Replica anche il portavoce della segreteria politica, Luciano Petrullo: «Ogni sforzo che vada incontro soltanto a una parte specifica di disagio, non soddisfa i requisiti richiesti a una società civile e giusta, e in altri termini, appare per quello che è: una squallida manovra per accattivare il consenso attraverso una regalia distribuita con soldi pubblici a poche persone, per quanto di certo non privilegiate». Petrullo parla di uso improprio dei fondi pubblici e definisce l’accordo sindacale come la «colposa confusione fra politica e gestione del potere per la sopravvivenza di un sistema che ha trovato e continua a trovare nell’assistenzialismo settario, che mortifica i diritti di un popolo che nel disagio sta naufragando da anni, la sua colonna portante. In Basilicata – conclude – si crea sviluppo sostenibile risarcendo le spese di benzina per gli spostamenti a un gruppo ristretto di lavoratori. Noi vorremmo che significasse davvero sviluppo sostenibile e non assistenzialismo da quattro soldi». E risponde anche il dirigente dello stesso partito, Gianfranco Blasi, che definisce quello dei sindacati a Rosa un attacco «indegno e strumentale, che rispediamo al mittente. Che nel merito aggiunge: «Che la Giunta Regionale sostenga finanziariamente la contrattazione territoriale di un comparto è atto che si presta a molteplici aspetti di illegittimità e che diventa un precedente per tutti gli altri territori e ciascun comparto lavorativo. Così come impropria appare la copertura finanziaria, soprattutto nel mentre non si è chiarito fino in fondo l’utilizzo dei proventi del petrolio. Non siamo stati noi a criticare la card benzina per i soli patentati lucani. Stupisce che nello stesso errore cada oggi proprio chi quelle critiche aveva alzato con forza».

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