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MATERA – EVIDENTEMENTE le Capitali della cultura hanno le storie che si meritano: ed è quasi un sollievo raccontare scontri all’arma bianca attorno a un museo e a delle opere d’arte, in uno scenario altrove fatto di veleni, connivenze, parentopoli e voti di scambio. Fatto sta che a Matera, tra politica tout-court e politiche culturali, si consuma l’ultima grande beffa prima della tregua elettorale: dopo lo scambio di battute dei giorni scorsi tra i due sfidanti sulla Cripta del Peccato originale (con primogeniture sulla scoperta), ecco che nella vita culturale materana piomba come un macigno la lettera con cui l’artista Guido Strazza, uno dei prestigiosi nomi che espongono al Museo della scultura contemporanea, si smarca dalla struttura. In modo non certo indolore. Di mezzo c’è la gestione di Zetema, il think tank del candidato sindaco che sfida Adduce al ballottaggio di domenica. Stavolta il nodo non è la composizione del cda (il sindaco uscente proprio l’altro ieri nell’intervista al nostro Piero Quarto sollevava dei dubbi sull’organigramma della Fondazione) ma proprio il patrimonio stesso del Musma. La struttura ospitata in Palazzo Pomarici e negli ipogei, secondo molti il progetto più importante tra quelli portati avanti da Zetema, ha preso forma nel 2006 grazie anche al ponderoso lavoro di Giuseppe Appella, storico e critico d’arte originario di Castronuovo Sant’Andrea, trapiantato a Roma ma molto legato alla sua terra.
Meno di dieci anni dopo, da fiore all’occhiello della città dei Sassi il Musma rischia di diventare una nobile decaduta. Perché? «Comunico che, tra il 15 e il 30 di giugno 2015, provvederò al ritiro di tutte le mie opere presenti nel Museo affidandone l’incarico alla ditta Stella di Matera»: è la frase tranchant con cui Strazza dice addio alle sale espositive materane chiudendo la missiva che riproponiamo integralmente in pagina.
Per il Museo si direbbe che, se non proprio definitivo, è un colpo non da poco: negli ultimi anni, infatti, si era venuta a creare una situazione di forte tensione tra Appella, che ha diretto il museo dalla nascita senza percepire alcun compenso, e il presidente di Zetema, l’avvocato De Ruggieri. Una tensione che ha portato a un progressivo allontanamento di Appella e alle crescenti preoccupazioni di molti artisti evidentemente a lui legati che vedevano il museo senza guida e senza più comitato scientifico, cancellato senza preavviso. A seguito di una corrispondenza intensa rimasta senza risposta, prima Appella (che aveva trasferito nel museo 115 opere per completare la linea internazionale) e poi altri collezionisti hanno inteso interrompere il rapporto di fiducia e chiedere la restituzione delle opere. Quelle di Appella sono già state ritirate a Pasqua. Così come i 100 disegni di Raphael Mafai e altre opere. Il museo si sta svuotando?
Dalla metà degli anni Settanta, Appella si era dedicato a portare avanti a Matera una certosina azione culturale per promuovere l’arte, la letteratura e specialmente la scultura contemporanea, di cui è uno dei massimi esperti riconosciuti a livello internazionale: con nomi del calibro di Vanni Scheiwiller, Josè Ortega e Pietro Consagra, ha contribuito moltissimo alla crescita della città, portando a Matera artisti, scrittori, poeti, fotografi, critici e collezionisti.Il Musma, nato per dare continuità alle grandi mostre estive inaugurate nel 1978, accoglie opere di amici artisti e collezionisti e diventa negli anni il più importante museo italiano dedicato alla scultura e l’unico museo del mondo in grotta. Tra i pochissimi musei del Mezzogiorno ad essere inserito nel circuito di Amaci. Nel Musma opere concesse a titolo di amicizia dai maggiori artisti italiani del Novecento. Tra i quali, appunto, Strazza, uno dei maggiori incisori italiani, che al Musma ha fatto una grande mostra nel 2007: «Sono legatissimo a Matera, ci racconta a telefono, ma questa situazione non la reggo più. La donazione di 25 mie opere al Musma – scrive ora Strazza nella lettera inviata alla sede della Fondazione Zetema – era motivata da una condivisa fiducia critico-scientifica con il curatore, patto via via confermato negli anni da una conseguente intensa attività di mostre, incontri ed eventi, a livello internazionale, che hanno permesso l’affermazione del Museo e il suo ingresso in Amaci (Associazione Musei arte contemporanea italiana – ndr). Lo smantellamento del progetto iniziale proposto e sviluppato, tra ottobre 2006 e maggio 2014, da Giuseppe Appella, la cui presenza nel Museo da lui creato ha costituito elemento fondamentale per l’identità dell’istituzione e la conservazione qualificata delle nostre opere; la cancellazione del Comitato Scientifico dal sito del Museo e l’affidamento dello stesso a una cooperativa di gestione; l’annullamento di molteplici donazioni da parte di personalità della cultura e dell’arte, rende vano il patto di fiducia e di condivisione tra artisti di tutto il mondo e curatore». Ed è proprio «prendendo atto, con dispiacere, della rottura di questo patto» che Strazza si sfila.

Sempre sul fronte della cultura, intanto, è di ieri l’ok di Ledo Prato alla proposta di Salvatore Adduce di assumere la presidenza della Fondazione Matera 2019. «La proposta del Sen. Salvatore Adduce di assumere la Presidenza della Fondazione Matera 2019 mi ha fatto molto piacere. Per più ragioni.
Primo. Innanzitutto perché sono un cittadino del Mezzogiorno d’Italia e tutta la mia vita professionale testimonia l’impegno con cui in questi anni ho cercato di incoraggiare e sostenere progetti, iniziative e territori che hanno affrontato le difficili sfide dell’innovazione culturale e sociale. Matera, in cui nel passato abbiamo promosso progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale, oggi ha davanti a sé la sfida più difficile: diventare una Capitale Europea senza smarrire le sue radici culturali. Fare parte di questa sfida è per me un onore.
Secondo. Salvatore Adduce conosce il lavoro che abbiamo svolto in questi anni attraverso l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, di cui sono Segretario generale, a sostegno delle Città che hanno concorso per il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019, fino all’esito straordinario della competizione con Matera Capitale. Un lungo e difficile lavoro che è stato premiato dall’approvazione da parte del Parlamento del Programma Italia 2019 che consentirà a Matera e alle altre 17 Città di rinnovarsi con progetti innovativi, grazie alle risorse della programmazione europea 2014/2020.

Matera è socio dell’Associazione delle Città d’Arte e Cultura e potrà dare un grande impulso per trasformare la legge in progetti, partendo dai dossier di candidatura. Mettere a disposizione l’esperienza che ho maturato in questi anni sarà per me un privilegio.
Terzo. In qualità di Segretario generale di Mecenate 90, Salvatore Adduce ha avuto modo di apprezzare la mia piena autonomia rispetto agli schieramenti politici. Questa radicata convinzione mi ha consentito di collaborare attivamente con Ministri e Amministrazioni pubbliche di diverse parti politiche, senza mai rinunciare all’obiettivo di lavorare per il bene comune e nell’interesse del mio Paese. Qualunque sia l’esito delle elezioni amministrative di Matera, la mia disponibilità sarà confermata solo se essa sarà condivisa da tutte le parti in causa.
La sfida che Matera deve affrontare e vincere richiede la massima coesione e la più ampia partecipazione dei cittadini, proseguendo lungo l’esperienza realizzata in questi ultimi anni. Sono certo che i cittadini di Matera sapranno scegliere i propri Amministratori con saggezza e lungimiranza.
Per quanto mi riguarda, se sarà possibile, sarò lieto di fare la mia parte insieme a loro. Il buon futuro si costruisce solo insieme»

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