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SI tratta di «fatti per i quali la magistratura non ha ritenuto di dare alcun seguito, a conferma dell’inattendibilità delle dichiarazioni rese». Così Francesco Talarico, presidente del Consiglio regionale della Calabria, replica alla notizia delle dichiarazioni del pentito lametino rilasciate nell’inchiesta Medusa in cui risulta indagato, insieme a oltre 100 persone, anche il consigliere provinciale del Pdl a attuale presidente – pro tempore della Sacal, Gianpaolo Bevilacqua. 

Nei verbali di interrogatori  l’ex consigliere comunale Giovanni Governa, il pentito (poi pentito di essersi pentito e attualmente in carcere e sotto processo dopo le sue dichiarazioni autoaccusatorie per concorso nell’omicidio dell’imprenditore Antonio Perri) tira in ballo «Sinopoli Domenico, ex consigliere comunale di Lamezia» indicandolo come «il tramite dei rapporti tra Vincenzino lannazzo e l’onorevole Pino Galati» e uomo di fiducia anche «dell’onorevole Talarico Franco, presidente del Consiglio Regionale della Calabria». 

Contro il pentito, Talarico sottolinea di aver avviato un’azione giudiziaria. E anche Galati interviene affermando che «si tratta di dichiarazioni datate, trite e ritrite, operate da un signore che si dichiarò prima pentito e poi mette in discussione tale status.  Questo la dice lunga sulla sua credibilità e sul suo modo di agire». E ribadisce di non aver mai avuto rapporti con le cosche lametine.

Giovanni Governa attualmente è sotto processo per l’omicidio di Perri e per diversi atti intimidatori di cui si è auto accusato nel periodo della sua collaborazione con la giustizia. Interrotta la collaborazione è stato arrestato perché per questo episodio è stato ritenuto credibile dal giudice per le indagini preliminari.

 

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