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VALBASENTO – C’entra la Sel (Società energetica lucana) nella trattativa con Geogastock? Le associazioni ambientaliste non hanno avuto neanche il tempo di farsi balenare il dubbio che immediata è arrivata la smentita secca e un po’ piccata della Regione Basilicata. Illazioni. Così sono state bollate le dichiarazioni raccolte dal Quotidiano a margine del convegno sul tema “Lo stoccaggio del gas in Valbasento”, tenutosi sabato scorso a Ferrandina. «Non c’è nessun interesse di Sel a stoccare il gas ottenuto grazie agli accordi sul petrolio in un eventuale sito di stoccaggio Geogastock, non c’è nessuna trattativa della Regione Basilicata in tal senso, men che meno collegata a processi autorizzativi. Le illazioni avanzate da alcuni ambientalisti nel corso di un convegno e riferite oggi dalla stampa sono destituite da ogni fondamento». Affermazioni che hanno sortito lo stesso effetto della benzina sul fuoco. La nota della Regione, infatti, invece che contribuire ad abbassare i toni, ha finito per accendere ancora di più gli animi degli ambientalisti. Che non hanno esitato a controreplicare. «Nessun interesse di Sel a stoccare il gas?- ribatte la presidente di Ambiente e legalità Anna Maria Dubla-Il convegno sullo stoccaggio del gas in Valbasento, tenutosi a Ferrandina, come nella peggiore tradizione locale, scatena le invettive di quanti, presidente della Giunta regionale ed assessore all’Ambiente dello stesso ente, si negano al confronto con il territorio, con l’impresa interessata e cosa più grave, con altri enti (il Ministero dello Sviluppo Economico) a cui dovrebbero essere legati da un rapporto di sussidiarietà. Se vale la regola che l’assente ha sempre torto, in questo caso siamo giunti all’ impudenza. La Regione e la Sel avvertono l’impellente urgenza di smentire “le ipotesi fantasiose prospettate da alcuni ambientalisti nel corso di un convegno e riferite dalla stampa”, in merito alle considerazioni fatte a seguito di una dichiarazione ufficiale della Geogastock circa l’esistenza di tre operatori, di cui “uno locale” nell’uso in esclusiva del servizio di stoccaggio .
Bene , è questo che volevamo leggere e cioè che la Regione Basilicata e la Sel sono estranee a qualunque operazione speculativa che inchieste dell’Espresso e pubblicazioni di cablaggi pongono all’attenzione anche di questi territori».
Quello che non può tranquillizzare i cittadini? La presidente Dubla non ha dubbi: «L’assenza della Regione Basilicata dal procedimento di Valutazione d’impatto ambientale nazionale che ha visto emanare il decreto di Via favorevole in assenza di parere da parte della Regione Basilicata. Né può tranquillizzare la mancata apertura, auspicata da più parti , certamente non tacciabili di “ambientalismo” , di un tavolo con il governo e tutte le parti sociali per porre all’attenzione le questioni di un sito di bonifica d’interesse nazionale e deindustrializzato, quale è la Valbasento». Un interrogativo aggiuntivo, insomma, all’indirizzo di Regione Basilicata e Sel che «nel tranquillizzare tutti i cittadini sull’assoluta terzietà dell’Ente rispetto ai controlli e le verifiche autorizzative», auspicano maggiore prudenza da parte delle associazioni «nell’avventurarsi in simili prospettazioni per la credibilità di chi avanza tale ipotesi e l’autorevolezza delle posizioni delle comunità rappresentate dalla Regione». Il motivo? Semplice. «Spacciare fantasie, per quanto avvincenti, per verità o mezze verità- la tesi della Regione- può inquinare il processo decisionale e alimentare sfiducia e rassegnazione nei cittadini non rendendo, a quel punto, credibili le decisioni finali, qualunque esse saranno». Un modo insomma di mettere le mani avanti, a cui gli ambientalisti, a loro volta, controbattono: «Anche noi osiamo auspicare. Naturalmente auspichiamo che gli uffici regionali non dimentichino anch’essi, come altre volte per altri casi è accaduto, l’esistenza del vincolo idrogeologico nelle aree pozzi interessate allo stoccaggio, di accertare e rendere pubbliche le ragioni dell’inquinamento da metalli ed idrocarburi pesanti di diversi pozzi sempre interessati allo stoccaggio. Di non dimenticare di avere contezza e rendere pubbliche le notizie relative ai pozzi minerariamente chiusi della Concessione Cugno Le Macine, di rivedere l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera rilasciata alla Geogastock al fine di dare contezza e rendere pubbliche le analisi cumulative delle emissioni in atmosfera tenendo conto di tutte le fonti d’emissione, esistenti e/o progettuali».
Non meno tenera la conclusione. «Alla luce di quanto ribadito- sottolinea Anna Maria Dubla- l’ assenza della regione e dei suoi rappresentanti dal convegno di Ferrandina risulta oltremodo ingiustificata e colpevole, nonché una buona occasione persa per confrontarsi ed informare i propri cittadini».

Margherita Agata

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