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COSENZA – «Il giorno più brutto è stato lo scorso Natale. Me lo sono fatto in macchina, ho dormito nella Ford Fiesta, anche quel giorno. Per non chiedere niente a nessuno».

Le stagioni passano, gli inverni e le estati, e l’alba, Giancarlo Fuoco, sessant’anni, la vede arrivare sempre attraverso i vetri della sua auto, una macchina che è diventata la sua casa. Ogni giorno. Dal 2012. D’inverno a cercare di scaldarsi, d’estate a ripararsi dal caldo. Più passa il tempo, più la salute viene a diminuire. «Ma ancora ce la faccio a lavorare, perciò lancio questa richiesta di aiuto, sono disposto a fare qualsiasi lavoro, ma Comune, istituzioni, Regione, tutti, non mi lascino ancora una volta». Il suo chiedere sostegno agli assistenti sociali è continuo. «Ma mi dicono sempre le stesse cose, che al momento non ci sono aiuti, la richiesta per la casa popolare l’ho fatta da subito, ma le liste sono lunghissime e intasate, mi dicono che c’è da aspettare, c’è tanta gente in condizioni difficili».

E’ dal 2009 che Giancarlo Fuoco, dopo avere lavorato in una clinica privata, è disoccupato. Abitava in una casa in affitto in zona Stadio, poi senza lavoro l’impossibilità di mantenerla, la difficoltà a trovare nuove occupazioni. Lo sfratto, e partono le sue richieste di aiuto, a un piccolo mondo fatto di amicizie, qualche parente, la sua compagna, anche lei in condizioni economiche difficili. Il problema, più di tutti, quello di non riuscire ad avere un tetto. Un panino quasi sempre a pranzo, gli aiuti della parrocchia, ma anche per via dell’alimentazione la salute tende a peggiorare. Il problema delle notti da passare. Per questo quella vecchia Ford Fiesta diviene inevitabilmente “una casa”. «Mi conoscono in città, cerco sempre di dormire in posti più sicuri, in zone dove anche io conosco qualcuno. Non ce la faccio più. Ho la pressione alta, e ad aprile sono stato anche ricoverato per altri problemi. Ho maturato pochi anni di contributi, col lavoro. Nel 2011 ero riuscito a lavorare nelle pulizie all’Annunziata, è stata una nuova speranza di reinserimento. Ma è durata solo due mesi».

Vorrebbe tornare a avere una vita normale Giancarlo, che tuttavia non ha mai perso la sua dignità. Col tempo, si è distaccato da tanti oggetti, quelli che teneva quando aveva un tetto, per un po’ custoditi in una soffitta. Poi lasciati andare. Quello che conta, per lui, è superare le notti in strada. «Non voglio credere che anche questo mio nuovo appello non venga ascoltato» dice mentre sono le prime ore del pomeriggio, cerca una zona d’ombra dove trovare riparo con la sua Ford Fiesta, in questa caldissima estate.

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