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POTENZA – I suoi soldi li spendeva alle macchinette, per i suoi figli non c’era nulla. In compenso l’uomo, un quarantenne di Brienza, era assai generoso nell’elargire minacce e aggressioni fisiche. Così ieri pomeriggio la squadra mobile di Potenza (sezione  “reati contro la persona e in danno di minori”) ha messo fine all’ennesimo incubo. Sempre di più, sempre più violenti questi uomini che si scagliano contro le ex mogli o fidanzate, colpevoli di aver scelto di ricominciare daccapo, chiudendo storie difficili e senza futuro. E la persecuzione non ha fine, anche quando le ex decidono di ricominciare accanto a un altro uomo.

Ieri i poliziotti hanno consegnato al quarantenne un’ordinanza di applicazione della misura del divieto di dimora nei comuni di Brienza e Potenza (emessa dal gip Luigi Spina su richiesta del pm Annagloria Piccininni). Un primo passo per cercare di fermare una violenza fisica e verbale che andava avanti da diverso tempo. Le indagini hanno messo in luce una serie di «condotte reiterate e ossessive» finalizzate a minare la serenità dell’ex moglie, dalla quale si era separato, e del suo nuovo compagno. Pedinamenti, continue telefonate, minacce e aggressioni fisiche.

Ma ancora, spiega in una nota la questura di Potenza, «un insieme di molestie, ingiurie, violenze», che sono state più volte denunciate dalle due vittime. Minacce serie e pesanti, come per esempio quando l’indagato ha detto che avrebbe sparato a entrambi oppure che li avrebbe fatti morire bruciati nella macchina. Il terrore, la paura che dalle minacce si passasse ai fatti ha portato più volte l’ex moglie e il suo nuovo compagno in questura per denunciare il clima nel quale il quarantenne li costringeva a vivere. Atti sempre più violenti e pericolosi, che hanno di fatto aggredito la sfera privata delle due vittime, ridotte a semplici bersagli. Ma le accuse contro il quarantenne di Brienza riguardano anche i figli (minorenni): si parla di violazione degli obblighi di assistenza familiare, per non aver versato alcuna somma di danaro per il mantenimento. Dove finivano i suoi soldi? Nei videopoker o nell’acquisto di alcol. E quando i soldi per le slot machine finivano, il gioco diventava la persecuzione. A cui – speriamo – ieri si è messo fine. 

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