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Agguato di stampo mafioso in pieno centro cittadino a Gioia Tauro. Un commando composto almeno da due uomini armati di pistola e di fucile hanno atteso sulla centralissima Statale 111, un operaio del porto di Gioia Tauro: Giuseppe Brandimarte, di 40 anni, dipendente della Medcenter, con precedenti penali per droga.

Appena l’auto, una Mercedes classe B su cui l’uomo viaggiava, si è fermata, hanno aperto il fuoco, esplodendo all’indirizzo di Brandimarte una gragnola di colpi di lupara e di pistola di grosso calibro che lo hanno attinto alla spalla sinistra, all’occhio e al polmone. Altri colpi si sono fermati sui montanti della macchina. La polizia ha raccolto sul luogo dell’agguato ben 12 bossoli calibro 9 per 21 e una cartuccia di fucile caricata a lupara.

Erano da poco passate le 8. Dopo aver compiuto il raid, i killer sono saliti su un’auto, della quale non si conosce il modello, e si sono allontanati. Brandimarte è stato soccorso e trasportato presso l’ospedale di Polistena, dove in mattinata è stato operato al polmone e, subito dopo che gli ortopedici hanno stabilizzato la spalla, è stato trasferito nel reparto di oculistica dei Riuniti di Reggio Calabria per le ferite.

Le sue condizioni vengono giudicate gravi ma non tali da pregiudicare la vita. Di certo l’uomo perderà l’occhio. Non ci sarebbe alcun testimone diretto che abbia fornito elementi utili agli inquirenti. Brandimarte, dipendente della Med Center, si stava recando nella sede del Cefris dove si svolgevano alcuni corsi di riqualificazione del personale Mct posto in cassa integrazione.

L’uomo era già noto alle forze dell’ordine, e non solo perché era stato già tratto in arresto nell’ottobre del 2004 a seguito di un’inchiesta degli agenti del Commissariato di Gioia Tauro che avevano smantellato un gruppo criminale dedito al traffico di droga dalla Calabria verso Milano e Roma, ma anche per le sue frequentazioni con ambienti legati alla criminalità locale.

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