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REGGIO CALABRIA – Maxi operazione congiunta tra le Procure di Milano, Reggio Calabria e Palmi. Su ordine dei Gip dei Tribunali delle due regioni, stamane sono stati arrestati 31 presunto appartenenti alla cosca Bellocco di Rosarno. Tra di loro il boss Michele Bellocco. A Reggio Calabria su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giovanni Musarò e Matteo Centini (fondamentale la collaborazione della procura di Palmi è stato arrestato il capo dell’organizzazione Michele Bellocco e molti dei suoi uomini. A Milano sono finiti in carcere altri esponenti del clan, che per conto dei rosarnesi si occupano di investire il denaro sporco in aziende inizialmente pulite. Come la “Blue Call”, una grossa società che gestisce call center in tutta Italia, che la ‘ndrangheta aveva infiltrato impossessandose interamenete. Gli inquirenti hanno ricostruito l’intera filiera criminale. Contestando reati che vanno dall’associazione mafiosa all’intestazione fittizia di beni. In mezzo l’intera gamma dei business tipici della ‘ndrangheta: Estorsioni, rapine, riciclaggio, droga, armi e quant’altro. Quasi duemila pagine di carte che fotografano la cosca sui diversi livelli. La catena di comando innanzitutto, con ai vertici Michele Bollecco, boss della “famiglia”. 

Poi un gradino più in basso i nipoti e altri parenti. Quindi gli affiliati di fiducia. Infine le teste di legno a cui venivano intestati i patrimoni. Spiegano i magistrati “I Bellocco sono soliti acquisire il controllo di attività che intestano fittiziamente ad altre persone, al fine di eludere le norme in materia di misure di prevenzione. In tal senso è paradigmatica la vicenda relativa alla Blue Call srl”. Una volta infiltrata l’azienda la sfruttano arraffando tutto quello che è possibile arraffare. Per poi puntare un’altra preda, e poi un’altra ancora.
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