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E’ RIVOLTA ambientalista contro il parco eolico che potrebbe sorgere nel territorio della valle dell’Esaro, a cavallo tra i comuni di Mongrassano e San Marco Argentano, in provincia di Cosenza. E ad alzare i toni sono proprio le associazioni ambientaliste perché, spiegano, «noi proclamiamo e sosteniamo lo sviluppo delle energie rinnovabili» ma, precisano, «questo non significa che le rinnovabili debbano mettere in discussione gli altri aspetti, “rinnovabili”, legati all’economia dei luoghi, alla sicurezza idrogeologica ed alla salvaguardia dei paesaggi, i veri promotori dello sviluppo locale e sostenibile».

Il progetto di impiantare le pale per la produzione dell’energia eolica è stato presentato dalla società spagnola Gamesa. E mercoledì è in programma una conferenza dei servizi alla quale parteciperanno anche Regione e Provincia di Cosenza. Proprio in vista di questo appuntamento, arriva una richiesta di sospendere la decisione in merito al rilascio dell’autorizzazione. A sottoscrivere l’appello sono il presidente dell’Istituto nazionale per l’Urbanistica Calabria, Franco Rossi; il presidente regionale di Italia Nostra, Carlo De Giacomo; l’esponente del Forum Ambientalista della Calabria Francesco Saccomanno.

Secondo i tre, sono diverse le problematiche che devono essere prese in esame. A partire dal fatto che l’area interessata dal parco «è da tempo monitorata dal CNR e riguarda non solo spostamenti sub-centimetrici ma anche la tettonica della faglia attiva “S.Fili – S.Marco Argentano”». Nella sostanza: ci sarebbe il rischio di terremoti. Ma non solo: «il comune di Mongrassano da qualche anno ha problemi di dissesto idrogeologico, che interessa l’area urbanizzata  sottostante l’ubicazione del Parco Eolico; Cavallerizzo di Cerzeto, zona tristemente nota per il grave dissesto idrogeologico che ha causato lo smantellamento di una intera comunità, delocalizzando l’intero abitato in un nuovo insediamento».

Inoltre, fanno notare i tre leader ambientalisti, «tutta l’area fa parte della rete ecologica regionale ed è inserita nel circuito “Sentiero Italia”; l’area è altamente forestata, assume una particolare rilevanza anche per l’avifauna migratoria e la stessa  presenza del lupo verrebbe gravemente minacciata, dopo che il lavoro svolto per anni nel Parco del Pollino aveva finalmente riportato questa specie  anche nell’Appennino tirrenico». Infine, «il territorio alle falde dell’Appennino è spesso vittima di incendi, ed è solo grazie all’intervento aereo che i danni sono stati contenuti: le Pale interferirebbero con le rotte che i Canadair compiono per rifornirsi di acqua dal Mar Tirreno».

 

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