X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

MELFI – Sono scesi in piazza con un obiettivo preciso gli studenti del comprensorio di Melfi. Non solo il problema delle trivellazioni petrolifere in basilicata e il timore di nuove concessioni che dovrebbero anche toccare il territorio di Melfi, ma soprattutto la scuola. Il suo futuro, il piano delle riforme e un passaggio sul Jobs Act del governo Renzi.
Così nella giornata di sciopero sociale che ha invaso centinaia di città in tutta Italia anche Melfi si è bloccata seguendo l’onda di circa 600 studenti dell’Itis, Ipsia, Liceo Scientifico linguistico ed Artistico, Geometra e Alberghiero. In primo luogo una protesta rivolta alla Regione basilicata e alla sua volontà di proseguire nelle estrazioni petrolifere con nuove concessioni anche a Melfi. ma sul piatto c’è anche la cosiddetta “buona scuola” proposta da Matteo Renzi. E così tra striscioni e fumogeni si è cercato di dimostrare la netta contrarietà ad un nuovo piano di finanziamento alla scuola privata e alla cosiddetta “scuola-impresa” senza garanzie sul diritto allo studio, a partire dal cosiddetto riordino dei cicli.
C’è poi quel passaggio nella legge di stabilità del governo che prevede il taglio al fondo sulle autonomie scolastiche e quindi un conseguente taglio netto alle offerte formative delle scuole superiori, che da prossimo anno dovranno stringere ancora di più la cinghia.
ma la marcia degli studenti non guarda soltanto al diritto allo studio, ma si schiera contro i tagli al personale Ata, ai supplenti e supplenza brevi. Insomma, contestata in toto la politica dei tagli che prevede anche una progressiva diminuzione dei fondi da destinare alla scuola consegnati alle regioni.
Ma in questa giornata di sciopero sociale al centro della protesta resta il piano renziano sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act. Ovviamente il primo punto resta la cancellazione e modifica dell’articolo 18.
Le richieste quindi sono chiare: più investimenti sull’istruzione, drastica riduzione della tassazione, eliminazione degli stage come strumento di sfruttamento gratuito delal forza lavoro ed eliminazione del precariato.
Ma i ragazzi pensano anche al loro futuro e chiedono l’eliminazione dei test d’ingresso all’università ed una riprogettazione collettiva del sistema d’istruzione.
In testa al corteo campeggiava lo striscione «non saranno i vostri profitti a toglierci i nostri diritti», mentre c’era chi guidava gli studenti a tempo di rullanti e sotto la luce dei fumogeni. Gli studenti sono partiti da piazza Mazzini, attraversando poi l’uscita della superstrada, la stazione ferroviaria fino all’arrivo al municipio di Melfi. Qui, nella sala consiliare del Comune, si è tenuto un dibattito dove ha partecipato anche il sindaco livio Valvano, che ha confermato il sostegno alla protesta degli studenti.

v.panettieri@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE