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VIGGIANO – «Saltiamo in aria». «Cosa facciamo qui? Invece di riprendere, dovremmo scappare. Guarda quella fiamma, all’improvviso è cresciuta del doppio. Avrei voglia di scappare. Qui sta inquinando tutto. Chi te lo dice che non esplode da un momento all’altro, che non saltiamo in aria?”. Sono le prime, convulse dichiarazioni, di alcuni operai che, ieri mattina stavano lavorando a pochi metri dal Centro Oli e che hanno potuto riprendere quello che stava accadendo con il proprio cellulare. Sono spaventati, hanno paura. Sentimenti uguali a quello che hanno provato gli stessi dipendenti del Centro Oli, come denuncia la Cgil: «Si è trattato di un incidente pericoloso per i lavoratori». Il video gira in rete,  e non è l’unico. Sono in molti quelli che hanno filmato gli attimi di terrore. Qualcuno, all’inizio, aveva pensato a un terremoto. Prima il boato, poi la fiamma altissima che ha continuato a bruciare per oltre un quarto d’ora dal camino del Centro Oli, mentre si è attivato il segnalatore acustico interno all’impianto. Infine  il fumo denso nero che si è sprigionato immediatamente dopo.

La tranquilla quotidianità  della Val d’Agri è stata nuovamente interrotta da ieri mattina dall’ennesima “anomalia” degli impianti Eni. “Cosa sta accadendo”? Tanta la paura dei residenti della zona che hanno iniziato a postare foto e video sui social netwok. Immediata anche la reazione dell’Eni a meno di un’ora dal nuovo episodio che si è verificato nella zona industriale di Viggiano ha spiegato la sua versione: “Si è attivata la fiaccola di sicurezza, generando una maggiore visibilità della stessa rispetto alle abituali condizioni operative”.

E rassicura: “Sono state prontamente attivate tutte le usuali procedure di sicurezza dell’impianto depressurizzando alcune apparecchiature di processo e convogliando il gas in esse contenuto alla fiaccola”. Precisando pure che la procedura «non comporta alcun pericolo per le persone e nessun impatto sull’ambiente circostante». «Il Centro Olio Val d’Agri ha operato, e continua ad operare, in condizioni di completa sicurezza». Dunque, l’anomalia – sostiene Eni – non è  la fiamma, che corrisponde all’attivazione della procedura di sicurezza, determinata, evidentemente, da un problema all’interno dell’impianto. Pare che il tutto – come spiega la stessa Eni – sia stato provocato dalla mancanza di alimentazione elettrica, a causa di «un’errata manovra», nel corso dell’attività di manutenzione ordinaria.

E in effetti la fiaccolata che ieri tutti hanno potuto vedere alzarsi dal camino del Centro Oli fa parte proprio del sistema di sicurezza che per fortuna si è attivato nell’impianto di Viggiano, consentendo ai gas all’interno delle condutture di bruciare, evitando quindi un eventuale esplosione. Ma se la fiamma – secondo quanto sostiene l’Eni – non è pericolosa né per l’ambiente, né per la salute dei cittadini, sono i fumi che destano preoccupazione. In altre occasioni, in conseguenza di episodi di questo tipo, nelle ore successive, le centraline dell’Agenzia regionale per l’Ambiente hanno potuto misurare livelli di idrogeno solforato (H2S) superiore alla norma. Quindi, anche in questo caso, sarà necessario attendere i rilevamenti dell’Arpab per capire se l’episodio abbia potuto determinare l’immissione in atmosfera di sostanze tossiche.

Nel frattempo a chiedere immediati chiarimenti e’ l’Organizzazione ambientalista lucana: le istituzioni preposte ai monitoraggi pubblichino i dati relativi al monitoraggio ambientale in tempo reale   .

A chiedere chiarezza, anche il neo consigliere del Pd, Piero Lacorazza, che chiede al presidente Marcello Pittella la convocazione di un incontro urgente Eni e sindaci della Val d’Agri. 

«Come andiamo ripetendo da molto tempo – ha ribadito il consigliere – la qualità ambientale è un valore non negoziabile».  E nel pomeriggio il presidente Pittella e l’assessore all’Ambiente, Aldo Berlinguer hanno annunciato che la ripresa del tavolo istituzionale con la compagnia del petrolio e gli amministratori dell’area, non solo per fare chiarezza sull’accaduto, ma anche per portare avanti il dialogo istituzionale, sospeso con la fine anticipata della precedente legislatura. Nel frattempo il governatore ha chiesto ad Arpab e Osservatorio ambientale della Val D’Agri di rendere noti i dati relativi al monitoraggio con la massima urgenza. Solo i dati relativi alle emissioni in atmosfera potranno stabilire con certezza l’entità, lì dove ci fosse stato, del danno ambientale.

 

m.labanca@luedi.it

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