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REGGIO CALABRIA – «No, assolutamente no, non si può fare questo paragone»: così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha risposto a chi gli chiedeva se, dopo le ultime inchieste sulla Regione Lombardia, Milano fosse paragonabile a Palermo o a Reggio Calabria. A margine di un convegno all’università Cattolica di Milano, Grasso ha spiegato che il paragone non si può fare «perchè il controllo del territorio in quelle zone e l’intimidazione diffusa è certamente diversa. Qua – ha aggiunto – c’è ancora la possibilità di reazione da parte della società, dell’imprenditoria e della politica: è assolutamente diverso il contesto». Commentando l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, Grasso ha spiegato che «certamente non pensavamo che si arrivasse al voto di scambio anche in questa regione attraverso il pagamento dei voti. Pensavamo fosse un fenomeno connaturato, almeno secondo noi, all’estrema povertà di certe regioni del sud in cui chi non aveva da sfamare i figli con quelle 50 euro quel giorno poteva sfamarli. In contesti così ricchi come quello lombardo – ha concluso – pensavamo non potesse allignare una cosa del genere. Ci sbagliavamo».

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