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REGGIO CALABRIA – «Una dichiarazione storica. Da tanto tempo aspettavamo che un Papa pronunciasse queste parole». Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria, commenta così all’Adnkronos le durissime parole di Papa Francesco contro la ‘ndrangheta, definita “adorazione del male” e contro i mafiosi che “non sono in comunione con Dio e sono scomunicati”.  

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«Ora, dopo questa dichiarazione e questa scomunica che avevamo anche invocato nel libro “Acquasantissima”, tutti noi, credenti e non credenti, addetti ai lavori e non, dobbiamo essere consequenziali e coerenti», aggiunge Gratteri che, poche ore prima dell’arrico del Papa in Calabria aveva espresso critiche sul Pontefice per i mancati interventi sullo Ior (LEGGI). 
Il monito di Francesco «servirà ad ognuno di noi per prendere posizione: non si potrà più dire – aggiunge il magistrato – che ci vuole il certificato antimafia per sapere, in un paese di 5mila abitanti, chi è il capomafia, chi vive commettendo reati e soffocando la libertà e la dignità delle persone».
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