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Senza eccezione – se non per i giornali sportivi – tutte le prime pagine dei quotidiani oggi in edicola aprono con il titolone sul caso Grecia: borsa e banche chiuse fino al 7 luglio, mentre il primo ministro Tripras parla di «ricatto» della Banca centrale europea e il Parlamento greco approva il referendum sul Piano Ue. Draghi fa sapere che garantirà la stabilità ma i mercati riaprono oggi con il fiato sospeso. Sul fronte internazionale, febbrili contatti Obama-Merkel e pressing per evitare la Grexit. Dall’Italia il ministro Padoan tranquillizza: per l’Italia nessun rischio. Il Corriere della Sera intervista il ministro: «Abbiamo armi contro le speculazioni». L’immagine simbolo di questi giorni, scelta da molti giornali come grande immagine in prima pagina, resta la fila al bancomat alla ricerca degli ultimi contanti disponibili: da domani sarà possibile prelevare al massimo 60 euro al giorno.
Sul fronte della politica italiana tiene banco il caso De Luca – con il neoeletto governatore campano sospeso e lo slittamento della prima seduta del consiglio regionale – mentre l’emergenza migranti si arricchisce di un altro “muro”, meno percettibile di quello minacciato in Ungheria ma altrettanto simbolico: a Calais spunta una barriera di 4 chilometri.
Silvio Berlusconi torna a parlare dalle colonne del Giornale, testata “di famiglia” che sta seguendo – o meglio indirizzando – la definizione di una nuova leadership nel centrodestra. Secondo l’ex Cavaliere i casi Grecia e immigrazione sono colpa dell’euroburocrazia; nel suo editoriale, Vittorio Feltri attacca il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, e il suo fondo domenicale sull’Ue («Scalfari si accorge solo ora che l’Europa è una fregatura»). La Stampa propone due letture dell’attualità nelle sue ricadute sul governo: da una parte Renzi che teme di ritrovarsi in casa un asse anti-euro composto da Salvini [1] e Grillo («Il premier ha scelto di rimanere defilato sulla Grecia ma tifa per la sconfitta di Tsipras», scrive Fabio Martini nel suo retroscena), dall’altro l’annunciato luglio di riforme con cui il leader pd tenta il rilancio sui fronti caldi (pensioni, scuola [2], statali). 
In Tunisia, intanto, sono previsti altri attacchi terroristici mentre in Europa – Italia compresa – si rafforzano i dispositivi di sicurezza.

[1] Un sondaggio pubblicato oggi dal Corsera dà il leader del Carroccio in continua ascesa: è al 36% di popolarità, a discapito dei competitor, premier in testa (che si ferma alla sua stessa percentuale, la metà di quel 70% post-Europee 2014). Grillo risale al 30 mentre Mattarella è al primo posto con i consensi di due terzi degli italiani, Grasso ne convince 4 su 10 mentre la Boldrini è al 33%: in generale lo scenario descritto da Nando Pagnoncelli segnala un generalizzato calo per tutte le alte cariche rispetto all’insediamento.   
[2] In un’intervista su SkyTg24, ieri il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini non ha escluso che anche sulla riforma della scuola, che approderà alla Camera il 7 luglio, il governo possa porre la fiducia. 

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