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LAMEZIA TERME – La pistola che era stata trovata addosso a dicembre scorso addosso al giovane lametino, Pasquale Carnovale, sarebbe stata utilizzata per un atto intimidatorio, probabilmente a scopo estorsivo, contro un negozio del centro. Tre mesi dopo le pistolettate contro la saracinesca di un negozio, Pasquale Carnovale, 27 anni, è stato fermato e tradotto in carcere su ordine del procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Vitello che ha firmato il provvedimento di fermo insieme  al pm Maria Alessandra Ruberto. Carnovale, ritenuto un «picciotto» della cosca Torcasio, (che da poco aveva ottenuto gli arresti domiciliari dopo essere stato arrestato a dicembre scorso per la detenzione di una pistola) è stato incastrato dall’esito degli accertamenti su un’arma trovata addosso a Carnovale tre giorni dopo un’intimidazione a colpi di pistola contro un negozio. Gli accertamenti eseguiti dal gabinetto regionale della Polizia Scientifica di Reggio Calabria, all’esito di accurate indagini, hanno stabilito che i bossoli, calibro 7,65, repertati nel corso del sopralluogo effettuato l’11 dicembre 2011 davanti il negozio del centro, sono stati esplosi dalla stessa arma che era stata trovata a Carnovale tre giorni dopo l’esplosione di 6 colpi di pistola contro la saracinesca di un negozio di abbigliamento del centro. Pasquale Carnovale, infatti, a dicembre 2011, veniva arrestato dopo che una pattuglia della polizia lo fermò in un posto di controllo in via dei Bizantini (insieme a Angelo Francesco Paradiso, poi scarcerato e coetaneo di Carnovale) e lo trovò armato alla guida di una Fiat Punto. Sulla cintola dei pantaloni Carnovale aveva una pistola calibro 7,65, di fabbricazione cecoslovacca, con matricola abrasa e colpo in canna. L’attività investigativa seguente ha consentito ora di accertare – secondo gli investigatori –  una stretta connessione tra i due episodi: l’atto intimidatorio dell’11 dicembre e l’arresto in flagranza del Carnovale trovato, dopo soli tre giorni, in possesso dell’arma che sarebbe stata utilizzata in quell’occasione. Carnovale dunque è tornato nuovamente in carcere in attesa dell’udienza di convalida del fermo, questa volta con l’accusa di tentata estorsione e danneggiamento aggravato mediante colpi di arma da fuoco, ai danni dell’attività commerciale del centro.

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