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«OGGI l’iscrizione nelle scuole è quasi una competizione. La capacità di veicolare l’immagine della scuola è fondamentale. Ecco perché mi sono dotato anche di un ufficio di comunicazione, oltre ai ben noti open day e scuole aperte».
Un preside comunicatore. Giovanni Latrofa è dirigente scolastico del liceo scientifico Pasolini di Potenza da un anno e mezzo. Sarà lui a portare l’istituto scolastico alle celebrazioni del decennale della sua nascita. Proprio quest’anno, in cui per la prima volta il Pasolini ha visto l’iscrizione dei suoi alunni senza ricorrere al famoso sorteggio con l’altro liceo scientifico statale Galileo Galilei. E non è cosa di poco conto. «Veicolare l’immagine della scuola significa romperne l’isolamento». Secondo Latrofa, infatti, è quanto fino a poco tempo fa è accaduto al Pasolini. Il liceo si trova al seminario nuovo, a Macchia Giocoli. Una grande struttura, con un auditorium di circa 300 posti a sedere e circondata dal verde, ma un po’ distaccata dal resto della città.
«Su questa questione logistica – continua Latrofa – si è molto speculato, avvallando l’idea di isolamento legata all’istituto, come se fosse di serie B, un carrozzone del Galilei. E invece si tratta di un sito meraviglioso, nel verde, in tranquillità, con spazi adatti a una scuola. Pensando che ci manderanno via da qui a breve, perché la Provincia di Potenza non può più sostenere le spese del canone di locazione, divento triste». Latrofa ha saputo ribaltare il luogo comune che associa la scuola all’isolamento. Rafforzando il sistema dei trasporti, che oggi a differenza del passato arrivano fino al liceo, intensificando gli incontri con le famiglie e gli stessi docenti dell’istituto, i primi a volte a lasciarsi intimorire da questa idea diffusa. «Abbiamo insegnanti giovani e preparati– dice – e lo confermano le eccellenze dei nostri studenti: tre 100 e lode e una decina di 100 lo scorso anno».
Ancora, stipulando un accordo con il seminario per l’utilizzo dell’auditorium, sottoutilizzato prima della sua dirigenza e dove i ragazzi organizzano le assemblee di istituto. Assemblee occasione di riflessione su tematiche attuali come la guida in stato di ebrezza, per esempio, che ha visto il coinvolgimento della Polizia di stato. Alla base del cambiamento di immagine del liceo c’è «la motivazione».
Il preside ci crede al punto che ha anche invitato il coach tedesco Dennis Masseit ad incontrare i suoi studenti. Il risultato tangibile è la costituzione di una prima classe in più quest’anno per un totale di 530 alunni di cui una cinquantina iscritti alla sede distaccata di Laurenzana. Un punto di partenza e non di arrivo. Da qui la nuova energia per realizzare i progetti futuri. Uno fra tutti l’istituzione del liceo sportivo, la cui candidatura è stata depositata qualche giorno fa all’Ufficio scolastico regionale e il cui responso si saprà a dicembre quando si deciderà il dimensionamento scolastico. Un passo per realizzare l’obiettivo più grande, il raggiungimento di 700 iscritti, per il preside numero ideale per crescere ma preservare il rapporto diretto con gli alunni. Quando parla del suo liceo Latrofa ha una sola espressione: «orgoglio», lo stesso che vuole trasmettere nelle giornate pasoliniane organizzate per celebrare il decimo anniversario del liceo.
Il primo evento si terrà l’11 dicembre al teatro Don Bosco, quando verrà proiettato il docufilm “Un intellettuale di borgata” per la regia di Enzo De Camillis, che sarà presente insieme ad altre importanti personalità legate alla figura di Pasolini. E poi due incontri, uno a gennaio che raduna studenti ed ex studenti, docenti attuali e degli anni passati, eccellenze del liceo e intellettuali locali e una festa conclusiva a maggio.
A questi si aggiungono le premiazioni del torneo sportivo con la partecipazione di tre classi della scuola media Sinisagalli e l’assegnazione di 4 borse di studio di 250 euro ciascuna. Il tutto grazie all’aiuto di sponsor che il preside cerca di contattare personalmente. Come si inserisce in questo contesto Pasolini?
«Pasolini è motivo di riflessione per le nuove generazioni, con i suoi scritti, la sua storia, la sua diversità. Oggi i ragazzi sono settari ed è importante invece che abbiano una visione globale delle cose, proprio come Pasolini». A testimonianza di come l’isolamento mentale è più pericoloso di quello fisico o geografico.

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