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POTENZA – L’ennesima «trattativa truffa» sul petrolio, come quella avviata l’anno scorso proprio sullo Sblocca Italia, che adesso il Governo dice di voler modificare.

E’ quanto afferma il consigliere regionale dei 5 Stelle Gianni Perrino in una nota con cui ieri ha deciso di replicare alla mano tesa verso l’esecutivo del presidente del Consiglio Piero Lacorazza.

Di fronte alla possibilità di un emendamento alle legge di stabilità che ripristini le prerogative delle regioni in materia di trivelle ed estrazioni, Lacorazza si era detto disposto sedersi a un tavolo per concordarne i termini.

Ma i 5 Stelle insistono per il referendum, voluto da 10 regioni, che ora attende il vaglio della Corte costituzionale. In più ricordano – come fatto dallo stesso Lacorazza – che la Corte si è già espressa confermando le consultazioni anche di fronte a «modifiche apportate ad una legge oggetto di referendum abrogativo» che non toccavano «l’impianto della norma nella direzione richiesta dai quesiti referendari». Perciò niente giochini.

Perrino annuncia che mercoledì prossimo sarà in discussione nel parlamentino lucano una mozione contro l’ultima circolare dell’ufficio minerario del Ministero dello sviluppo economico in materia di reiniezione dei reflui petroliferi nel sottosuolo, ribattezzata “Sblocca reiniezione”. Quindi attacca il direttore generale dell’Unmig  sui controlli sulle attività dell’industria mineraria in Basilicata.

Sul tema del referendum anti trivelle e della crepa apertasi nel pronte dei suoi promotori, ieri è intervenuto anche il segretario dei Radicali lucani Maurizio Bolognetti.

«I promotori – ha affermato Bolognetti – male hanno fatto a confidare nell’impegno delle regioni e nell’impegno di un ceto politico che ha sempre visto l’istituto referendario come fumo negli occhi. Questi sono gli stessi che provarono ad evitare il referendum sul divorzio. Un primo risultato, però, i referendari o sedicenti tali lo hanno ottenuto: sedare lo scontro su quanto sta avvenendo ed è già avvenuto in alcuni territori, che lo “Sblocca Italia” lo avevano abbondantemente anticipato».

Dure anche le associazioni ambientaliste Ola, Ail e No Scorie Trisaia per cui il movimento ambientalista e quello No Triv, assieme ai cittadini e le comunità avrebbero fatto male ad «appiattirsi sulla via referendaria, che non è l’unica e la sola percorribile». 

«La reazione governativa – spiegano – dimostra che, sul piano istituzionale, mancano ancora i presupposti per perseguire una riforma legislativa per un modello di sviluppo pulito e durevole. Per il governo Renzi il tema dell’energia è legato ancora allo sviluppo delle fonti fossili, con le strategie della Sen e dell’hub energetico centro meridionale».

Infine aggiungono che «nelle prossime settimane i giochi sotterranei e gli accordi sottobanco tra compagnie e poteri istituzionali e regionali (ed anche con i Comuni) usciranno allo scoperto, ad esempio con la proposta di un nuova intesa tra regione – comuni e compagnie minerarie, che per il momento riguarderà solo raddoppio delle estrazioni del gas in Val d’Agri».

l.amato@luedi.it

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