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SEMBRA risolta la questione dei trasferimenti di classi e alunni nell’Istituto comprensivo “Domenico Savio” di Potenza. Saranno le  classi della scuola dell’infanzia, più precisamente i bambini di 5 anni di due sezioni (sicura la A, incertezza ancora sulla seconda) a lasciare il plesso scolastico di via Perugia per spostarsi in quello di via Di Giura, dove c’è la scuola media e la presidenza. Lo ha deciso il Consiglio d’istituto che si è riunito ieri, alla presenza dei genitori dei bambini che dovranno essere trasferiti, i quali avevano avanzato perplessità alla dirigente scolastica e allo stesso consiglio per motivi di sicurezza. Da quanto affermato sia dalla preside Diana Camardo che dal responsabile della sicurezza per la scuola, l’ingegner Fiorentino, e l’assessore comunale alla Pubblica istruzione Margherita De Francesco i locali scelti per il trasferimento dei bambini sono idonei, con tanto di certificati di Asp e Vigili del fuoco. Sarebbero due aule con due laboratori da adibire ad aree gioco siti al piano terra, che di fatto è rialzato, ma che per norma viene comunque considerato piano strada. Queste almeno le considerazioni apportate dal Consiglio d’istituto. L’assessore, tuttavia, confermando il parere positivo del responsabile del Comune per la sicurezza negli edifici scolastici, Maria Brancucci, solleva la questione della rampa di scale che i bambini dovrebbero attraversare in caso di terremoti o incendi e cui il Consiglio si riserva di verificare. Intanto arriveranno a breve dei tecnici dell’Asp, interpellata dai genitori. Diciamo, dunque, che le perplessità restano. Prima di tutto sulla sicurezza.  «Può un bambino di 5 anni scendere senza pericolo le scale in una situazione di emergenza?» domandano i genitori, nonostante la promessa dell’assessore De Francesco di eliminare tutte le barriere che mettono in pericolo i bambini. C’è poi la questione didattica. La proposta iniziale, infatti, era quella di trasferire le quinte elementari alla scuola media e le due delle materne alle elementari, in modo da far tornare i conti per quanto riguarda il numero di alunni per piani e allo stesso tempo consentire l’accoglienza dei tanti nuovi iscritti alla scuola per l’infanzia. Questo, secondo la logica della continuità didattica che è alla base della verticalizzazione degli istituti comprensivi, che accompagnano l’alunno nel suo percorso scolastico. Continuità che, a questo punto, viene del tutto meno. La preside, a onore del vero, ha apertamente ribadito ieri in consiglio la sua convinta decisione verso la soluzione iniziale. Alla quale, però, si è detta costretta a rinunciare di fronte all’opposizione dei genitori dei bambini delle quinte al trasferimento alla scuola media. Questi, infatti, avevano minacciato la mancata iscrizione alla scuola media l’anno successivo. E siccome la sopravvivenza delle scuole dipende dagli iscritti e con essi il numero di dipendenti, tra docenti e personale Ata e amministrativo, ha optato «da dirigente che tiene a questa scuola e ai suoi lavoratori» per il male minore. Che poi, secondo la preside, male non è vista l’idoneità delle aule in cui ospitare i bambini. Il consiglio, inoltre, è stato l’occasione per riequilibrare un po’ i rapporti tra famiglia, scuola e assessorato al ramo. La preside, infatti, non ha gradito l’attacco e «mortificata e rammaricata», così come De Francesco ha ritenuto siano stati trasferiti in maniera sbagliata i resoconti dei precedenti incontri con i genitori. Genitori all’incontro di ieri un po’ troppo “bacchettati” per il loro comportamento, dovuto essenzialmente a una sola cosa: la richiesta di sicurezza dei propri figli. 

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