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POTENZA – Manca l’accordo tra i comuni sulla perimetrazione del Parco del Vulture. E tra Rionero e Atella si accendono le discussioni in consiglio comunale, alla vigilia della conferenza di servizi prevista per questa mattina in Regione.
Di «un grave passaggio autolesionistico di parte del centrosinistra locale e precisamente della parte più estrema della compagine» parlano in una nota congiunta Realtà Italia, Partito Socialista, Indipendente Riformista e Pd di Rionero. Dopo la seduta del consiglio comunale di sabato che si è conclusa con un nulla di fatto. Sette contro sette sia sull’adesione al parco, sia sull’adesione con la perimetrazione attualmente prevista, che oltre alle aree incluse nella zona a speciale conservazione delimitata dal Ministero dell’ambiente, si estendeva anche a quelle della zona paesistica.
L’empasse si sarebbe creata dopo la seduta di giovedì sera del consiglio comunale di Atella, in cui il Comune che contende a Rionero le bellezze del Vulture ha aperto alle istanze dei cittadini per una perimetrazione limitata alla zona a speciale conservazione. Senza altre aggiunte avvertite come una possibile limitazione in particolare dai cacciatori. Di qui l’idea di votare l’adesione al parco senza una perimetrazione, in attesa della scelta di un metro condiviso tra i due paese. Per non creare discriminazioni di sorta. Idea su cui la maggioranza si è spaccata.
«Dopo che per alcuni lustri il centrosinistra rionerese ha fatto del “Parco del Vulture” un cavallo di battaglia della sua linea politica – spiegano Realtà Italia, Partito Socialista, Indipendente Riformista e Pd – per consentire lo sviluppo e la salvaguardia dell’ambiente, alcuni esponenti (sindaco compreso) dell’alleanza che regge l’amministrazione comunale, hanno votato contro l’istituzione del Parco».
«E’ paradossale, poi – prosegue la nota – che quella parte dell’amministrazione comunale che ha predisposto tutta la documentazione e finanche la perimetrazione del territorio comunale da includere nell’area sottoposta a tutela, abbia votato contro il lavoro da lei stessa predisposto (…) La perimetrazione così come individuata era tale da salvaguardare contemporaneamente sia le esigenze ambientali sia quelle delle categorie di cittadini direttamente interessate. Si ritiene che quanto verificatosi in consiglio comunale sia un grave incidente di percorso in contrasto con il programma elettorale e del tutto incoerente da parte di chi fa dell’ambientalismo il vessillo della propria azione politica, ma solo a parole. Chi scrive, ad ogni buon conto, continua con coerenza e fermezza a credere nel valore del Parco e per tali ragioni preannuncia un massiccio impegno, con tutte le forze, per recuperare il lavoro svolto e per far sì che Rionero non resti fuori dall’ente istituendo, senza perdere il ruolo di capofila».
«Già domani confermeremo in conferenza di servizi la nostra ferma intenzione di aderire al parco, poi torneremo subito in consiglio comunale per superare questa situazione». Ha replicato il sindaco di Rionero Antonio Placido al Quotidiano. «Abbiamo solo proposto di sospendere il giudizio sulla perimetrazione per evitare scelte asimmetriche. Al punto in cui siamo credo che convenga sbloccare l’istituzione del parco partendo da una porzione limitata di territorio e poi lavorare per convincere i cittadini che il parco è un’opportunità. Sette anni fa a Rionero includemmo tutto il territorio comunale, eccezion fatta per l’area delle cave, e 3 comuni si ritirarono dal progetto. Oggi scegliamo una strada di maggiore cautela».

l.amato@luedi.it

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