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POTENZA – Non hanno ottenuto al momento risposte. La costituzione del tavolo di studio, al momento resta solo un’idea e nonostante le rassicurazione di una sua convocazione alla fine della settimana scorsa, nulla si è mosso.
Qualche briciola – a onor del vero – è stata data dalla Regione attraverso la Finanziaria approvata sabato notte in Regione. I 100.000 euro stanziati per l’Ente e i 50.000 per il Museo del Vulture, di certo non bastano e non basteranno per risolvere la questione.
Per questo dalle 14 di oggi pomeriggio i dipendenti della Provincia di Potenza si ritroveranno nella sede di piazza delle Regioni per occupare simbolicamente la struttura e ribadire con forza le proprie ragioni.
E dopo i sit-in in Regione, di fatto per la Provincia di Potenza si apre un periodo di incertezza, a cominciare dai servizi per arrivare all’occupazione.
«Come più volte ribadito – hanno spiegato i sindacati di categoria di Fp Cisl, Fp Cgil e Uilp Uil rispettivamente Elisabetta Pennacchia, Roberta Laurino e Antonio Guglielmi, – è necessario che la Regione Basilicata proceda con la maggiore celerità possibile ad assumersi in carico le deleghe che, secondo la legge Delrio, dal primo gennaio di quest’anno non sono più attribuite alle Province. Così come è indispensabile che la Regione metta da subito a disposizione le risorse necessarie per consentire la continuità del pagamento delle spettanze ai lavoratori e la continuità dei servizi».
Certo la notizia della chiusura da oggi del museo di Storia Naturale del Vulture (anche se è da capire se il finanziamento della Regione può “tamponare” la situazione) è il segno della dismissione in atto di servizi importanti per l’intera regione. E molto preso, se non si corre ai ripari, stessa sorte potrebbe toccare anche alla Pinacoteca Provinciale che si troverà senza servizi di allarme e riscaldamento.
«Se i servizi della delega Cultura sono i primi a saltare, – hanno spiegato i sindacati in una nota – in assenza di interventi immediati nei prossimi mesi ci troveremo nostro malgrado ad assistere ad una “ecatombe” senza precedenti dei restanti servizi delle Province, sia quelli che per legge non rientrano più nella competenza dell’Ente, sia di quelli che rimangono al nuovo ente provincia». Da qui l’urgenza di avviare il tavolo tecnico – politico e sindacale finalizzato alla definizione immediata di un progetto organico di una nuova governance delle due province e soprattutto mettere le basi per una legge che metta a “sistema” la nuova riforma con il passaggio delle funzioni alla Regione.
Il presidio, fanno sapere i sindacati, sarà attivo «fino a quando non ci saranno risposte concrete sul riordino, sulle deleghe, sulla garanzia dei livelli occupazionali e sulla continuità dei servizi ai cittadini».

g. r.

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