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Il carrello della spesa in un supermercato

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«È cambiato il mio modo di fare la spesa. Se prima compravo un chilo di frutta ora prendo tre mele». A parlare è la signora Teresa che incontriamo in un negozio di ortofrutta della città. «Sono sempre stata attenta allo spreco – ha poi aggiunto Teresa – sono una pensionata, ma ora si tratta di non poter più comprare».

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Sotto accusa c’è il rincaro dei prezzi. La spesa complessiva per gas ed elettricità,  che – secondo le stime di Confcommercio – passerà da 11,3 miliardi di euro del 2021 a 19,9 miliardi (+76%), sta già avendo un effetto valanga sul rialzo dei costi per i beni di prima necessità. Un conto salatissimo per 1 milione di imprese: le più colpite dalla pandemia e che ora rischiano in tantissime la chiusura.

La voce di Francesco, commerciante, conferma il dato. «L’aumento ci costringerà a chiudere, dopo quello che abbiamo passato con la pandemia anche questa non ci voleva. È aumentato tutto – ha poi proseguito Francesco – e noi siamo costretti a maggiorare i prezzi, ma la gente alla fine decide di non comprare. L’aumento delle materie prime, i rincari della corrente, le tasse, i costi del personale, le banche, se calcoliamo tutto praticamente non incasso nulla. La verità è che lo stato mi costringerà a chiudere e farmi una bancarella abusiva come tante, almeno non pago le bollette e le tasse, coì forse qualche soldo lo porto a casa».

Il costo dell’energia elettrica per determinate categorie è triplicato. « La maggior parte delle aziende agroalimentari consuma energia elettrica di notte e di giorno e questi aumenti stanno facendo saltare tutti gli equilibri. La bolletta di gennaio 2021 era pari a 32mila euro, quella di adesso segna 81mila euro. Cifre insostenibili per un imprenditore, specie al Sud». Ha spiegato Stefania Rota, presidente Sezione Agroalimentare Confindustria Cosenza e del Consorzio dei salumi di Calabria dop.

Tra le categorie più colpite ci sono bar e ristoranti. «Si tratta di imprenditori – ha poi concluso la Rota – appartenenti a due categorie già pesantemente segnate dalla pandemia e che oggi subiscono un scossone ancora più duro. L’appello al Governo e che trovi in tempi rapidi soluzioni per arrestare questa emorragia perché noi imprenditori calabresi siamo caparbi e cercheremo di resistere, ma non siamo invulnerabili».

I quasi 200 mila ristoranti – dati Confcommercio – registreranno una maggiore spesa elettrica che passerà da 7 mila a 12 mila euro che, con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila € salirà fino a 19 mila euro. Per gli oltre 200 mila negozi alimentari, che usano molto l’elettricità per la refrigerazione degli alimenti, la bolletta elettrica passerà da 15 mila a 24 mila euro. A pesare sui conti dei cittadini anche il petrolio la cui quotazione, dopo mesi di sostanziale stabilità, è arrivata a 87 dollari per barile, circa il 60% in più rispetto ad un anno fa. A questo si aggiunga l’entrata in vigore del green pass anche per recarsi nei saloni di bellezza, parrucchieri e per lo shopping. Strette necessarie per contenere i contagi, ma che non aiutano l’economia locale.

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