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RICADI (VV) – Notificato stamane alla terna commissariale che regge il Comune di Ricadi il decreto con cui il capo dello Stato l’11 febbraio scorso ha sciolto gli organi elettivi del Comune per infiltrazioni mafiose. Notificate – e quindi pubbliche – anche la relazione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul Comune di Ricadi e quella spedita dal prefetto di Vibo, Giovanni Bruno, al Viminale (LEGGI L’ARTICOLO SULLO SCIOGLIMENTO). 

Le relazioni danno conto della «sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti» degli amministratori con la ‘ndrangheta che avrebbe condizionato quasi ogni attività dell’ente. In particolare, le relazioni si soffermano più volte sul sindaco, Pino Giuliano, sottolineando che lo stesso avrebbe prima realizzato un proprio complesso turistico servendosi di una ditta vicina ad una cosca e poi assunto in tale struttura il congiunto di un capoclan ed un killer straniero del clan La Rosa poi passato fra i “pentiti”. 
Non mancano neppure le segnalazioni di rapporti fra la ‘ndrangheta ed altri amministratori, mentre «all’interno della struttura burocratica si registra la presenza di dipendenti con procedimenti penali». La relazione ricorda, inoltre, che il responsabile dell’area tecnica del Comune di Ricadi, Vincenzo Calzona, è stato anche sindaco di un Comune – Parghelia – sciolto nel 2007 per mafia. Calzona è stato nei giorni scorsi ugualmente riconfermato nell’incarico dai commissari prefettizi.
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