X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

PAOLA (Cosenza) – La cifra esatta, dopo le opportune verifiche, si assesterebbe intorno al milione e mezzo. Non una semplice ipotesi, ma la conferma ufficiale venuta direttamente dal co-rettore provinciale dell’ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, padre Rocco Benvenuto. E’ lui stesso ad ammetere che “la truffa esiste ma la cifra è sotto il milione e mezzo”. L’ammanco dal conto corrente bancario del Santuario di Paola è, dunque, il giallo dell’estate. Una truffa ai tanti fedeli che negli ultimi anni hanno donato un offerta al Santo Patrono della Calabria e che oggi scoprono che quei soldi sono serviti a qualcuno per comprare azioni in borsa o per bonifici a soggetti che non avrebbero alcune legame con le attività benefiche. 

E’ lo stesso padre Rocco a confermarlo: “Esiste una tracciabilità delle operazioni – ha detto – perchè le operazioni sono state fatte conto su conto. Anche per questo motivo non abbiamo fatto denuncia. Da quello che emerge si tratta di qualcuno che si è voluto approfittare di un nostro confratello. Anche noi attendiamo di saperne di più”. Ed in effetti, in attesa che la vicenda possa chiarirsi, non c’è una denuncia alla magistratura. Lo dichiara all’Agi anche il procuratore di Paola, Bruno Giordano: “Non c’è una denuncia ufficiale, da quello che ci risulta. Avevamo saputo qualcosa in forma del tutto confidenziale. Nel loro caso – spiega Giordano – si deve muovere tutto l’apparato ecclesiastico, è una cosa complessa. Ma denunce, al momento, noi non ne abbiamo ricevute”.
La notizia dell’ammanco è stata data oggi dal “Quotidiano della Calabria” (leggi la notizia) ed ha creato subito scompiglio. San Francesco è il patrono della Calabria, seguito da tantissimi fedeli che, dal Giubileo in poi, hanno fatto visita al Santuario di Paola. Lasciando pochi spiccioli come offerta o, in molti casi, anche somme di denaro più consistenti. Così i frati Minimi erano riusciti a mettere da parte un bel gruzzoletto. Circa un milione e mezzo di euro, utile per interventi allo stesso Santuatio, per opere della Chiesa e per eventuali necessità religiose. Ed invece i soldi sono finiti in mano a qualcuno senza scrupoli, che ha investito e trasferito grosse somme di denaro. L’inchiesta interna ai frati è già partita, per quella penale non bisognerà attendere molto. 
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE