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RICADI – «Siamo arrivati da Genova dopo 1.200 km per poterci godere le ferie davanti allo splendido mare calabrese ma siamo riusciti soltanto a fare 2-3 bagni. Il motivo? Adesso lo vedrà dalle foto che le stiamo per inviare via whatsapp».

E lo spettacolo che si presenta agli occhi del cronista, seppur non diretto ma filtrato dal supporto digitale, è desolante: il mare di “Grotticelle”, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello non solo della costa vibonese, ma di tutta una regione che fa del turismo la sua carta (potenzialmente) vincente non è quello che si ammira nei depliant. No, per nulla proprio.

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Sul pelo dell’acqua, per come testimoniato dalle foto scattate da Giovambattista e Tiziana (GUARDA LA GALLERY), lui agente di polizia giudiziaria in servizio alla procura di Genova e lei ex direttrice d’azienda del capoluogo ligure, galleggiano rifiuti di ogni genere. Pannolini, cartacce varie, persino preservativi. La negazione, dunque della pulizia. Addirittura due giorni addietro la coppia, che ha una figlia di 10 anni al seguito la quale purtroppo non ha potuto provare la gioia di giocare nello spettacolare specchio d’acqua incastonato tra le magnifiche insenature tanto care a Giuseppe Berto, ha rinvenuto, sempre in acqua, una siringa con ancora l’ago attaccato.

Certo, nessuno di loro, come anche altri turisti presenti nelle strutture ricettive della zona e che adesso sono andati via disgustati, immaginava che il disagio si sarebbe protratto per così tanti giorni. «Noi siamo arrivati il 5 luglio scorso ma già il giorno dopo il fenomeno ha iniziato a manifestarsi. Pensavamo, anzi speravamo che si sarebbe trattato di una cosa occasionale e che, pertanto, avremmo potuto godere della bellezza di queste acque, decidendo addirittura di prolungare la vacanza. Purtroppo ci sbagliavamo amaramente».

E così, venerdì mattina, Giovambattista, originario di San Pietro di Caridà (nel Reggino) e Tiziana e la figlia lasceranno la Calabria, così come hanno già fatto altre famiglie. Forse per non farvi più ritorno.

C’è chi pensa, soprattutto gli operatori del settore, che riportare simili notizie nuoccia all’immagine della Calabria. Noi, piuttosto, crediamo che proprio la presenza di un mare in pessime condizioni (unito al malcostume di chi scarica illegalmente e a chi volta il viso dall’altra parte o fa spallucce) screditi l’immagine di una terra bellissima, e non scrivere di simili disagi, infine, danneggia quella un’intera categoria: il giornalista.

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