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POTENZA – L’organismo «ha effettuato, in data 10 aprile scorso, la validazione del processo valutativo del personale e delle Posizioni Organizzative della Giunta, la cui valutazione, in base all’attuale Sistema di Valutazione, spetta ai Dirigenti degli Uffici a cui il personale è assegnato».

Lo hanno voluto precisare Angela Paschino, Concetta Santarsiero e Maria Zito, i tre membri dell’organismo indipendente di Valutazione della Regione Basilicata proprio nel giorno in cui il presidente del consiglio Matteo Renzi ha annunciato misure per riformare la pubblica amministrazione, rimediando anche a storture come quella dei premi distribuiti “a pioggia”. 

Al centro della disputa l’articolo pubblicato sabato scorso sul Quotidiano a proposito dei premi risultato assegnati in regione a 210 tra giornalisti e titolari di posizioni organizzative, 209 dei quali hanno ottenuto il massimo della valutazione e del bonus previsto. 

 
«I curricula delle componenti il suddetto Organismo – prosegue la nota diffusa nella giornata di ieri – sono disponibili on line nella sezione Amministrazione Trasparente del sito www.basilicatanet.it, da cui è possibile desumerne l’esperienza e la professionalità». 

Ma più che i premi riconosciuti ai “mini dirigenti” di via Verrastro a tener banco è stato il caso dei 7 dell’Arbea appena transitati in Regione. Soltanto ieri il Quotidiano riportava la notizia che a luglio per i premi produzione che ognuno di loro ha incassato dal 2008 al 2013 (inclusa la moglie delsottosegretario De Filippo) direttori e membri del nucleo di valutazione dell’agenzia dovranno comparire davanti alla Corte di conti. 

 
Ma il consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Rosa se l’è presa con la giunta regionale. 

«Erano anni che denunciavamo la mala gestione e l’inutilità dell’Agenza come quando le fu revocato il mandato di ente pagatore o quando le fu comminata dall’Unione Europea una multa di 86 milioni di euro (…) Avevamo persino applaudito l’assessore Ottati che aveva avuto il coraggio di certificare, in Commissione, il fallimento dell’Arbea. Ci avevano quasi convinti. Poi, un emendamento notturno al bilancio da parte della giunta ci ha riportato con i piedi per terra».

Rosa denuncia un «ritocchino» alla legge approvata appena 15 giorni con cui Arbea è stata chiusa e le sue funzioni riassorbite in Regione. 

«Con l’emendamento approvato si stabilisce che “fino all’effettiva definizione e organizzazione dell’ufficio regionale… il personale trasferito mantiene il trattamento economico accessorio in godimento in continuità con il proseguimento delle attività in corso”. Non basta l’avere incassato premi produttività da parte di dirigenti mentre l’Arbea falliva miseramente e che per questo sono sotto processo. No. Non basta. Dobbiamo anche riconoscere posizioni organizzative complesse (che scadono il 2 maggio) ed il medesimo trattamento economico accessorio senza che, peraltro, si sappia ancora se quelle stesse posizioni organizzative esisteranno nel nuovo Ufficio regionale e chi le andrà a ricoprire. In sette i beneficiari, sarà per i “nomi eccellenti”?»

«Non ci speriamo più». Conclude Rosa. «La conclusione è una sola: oggi, con questo provvedimento, anche la rivoluzione pittelliana, come l’Arbea, fallisce miseramente».

 

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