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LAMEZIA TERME – «Erano calabresi quelli che mi hanno minacciato, ma non li conosco». Giuseppe Incarnato, amministratore Idi (Istituto dermatopatico dell’Immacolata di Roma che gestisce tre ospedali nella Capitale) indagato insieme ad altri sei per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, questo ha denunciato alla Procura di Roma che, insieme alla Dda capitolina, ha deciso di vederci chiaro aprendo un’inchiesta sugli ospedali della sanità cattolica romana ma anche sul progetto di ricerca finanziato dal Miur (Ministero Istruzione Università e Ricerca) che doveva essere realizzato nell’area industriale di Lamezia Terme. 

L’imprenditore ha raccontato ai magistrati: «I problemi sono nati quando ho iniziato a tagliare i vecchi fornitori, ho cancellato contratti importanti. Si è avvicinata una persona, mi ha beccato qui davanti, e mi ha detto: “Diretto’, qua ci tocca sparare”». 

Sono nove i milioni già erogati all’Istituto per il progetto di Lamezia che potrebbero essere spariti e che rientrerebbero nella voragine del bilancio dell’Istituto che sfiora i 600 milioni di euro. Secondo quanto avrebbe denunciato il manager, Giuseppe Incarnato, la ‘ndrangheta ci avrebbe messo il naso, ma forse anche di più, sull’affare di Lamezia finanziato nel 2011 per una prima tranche dei42 milioni totali del finanziamento pubblico legati forse con il buco in bilancio dell’Istituto che ha uffici nel Vaticano, perquisiti nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. 

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