X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

PERTUSILLO – «Concentrazioni superiori ai valori soglia per gli idrocarburi e per alcuni metalli». E’ questo il risultato di uno studio realizzato dall’Ehpa (Associazione per la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Basilicata) in collaborazione con Oipa (Guardie Eco-Zoofile di Potenza). Ebbene, spiega Albina Colella presidente dell’Ehpa «l’analisi dei sedimenti, – realizzata su un campione prelevato in area diversa da quello esaminato per le acque e distante dal Centro Oli di Viggiano, ha confermato le anomalie sugli inquinanti presenti nell’invaso, documentando concentrazioni superiori ai valori soglia per gli idrocarburi e per alcuni metalli. Le concentrazioni misurate nei sedimenti si sono rivelate di gran lunga superiori a quelle delle acque, così documentando condizioni del fondo del lago ancor più critiche e sfavorevoli alla vita di pesci come le carpe (Ciprinidi), che prevalentemente vivono sul fondo e cercano cibo nei sedimenti». Una situazione prospettata che non sarebbe delle migliori. L’analisi dei sedimenti è stata effettuata su un campione prelevato il 2 luglio 2011 con una benna all’interfaccia acqua-sedimento presso lo sbarramento della diga, a cura della Prof.ssa Albina Colella e del Tenente di Polizia Giuseppe di Bello (Ehpa), del coordinatore provinciale dell’Oipa Roberto Tedesco e del volontario Giovanni Boezio. Il campione, conservato secondo norma, è stato trasportato ed analizzato in un laboratorio fuori regione. Di seguito riportiamo i dati più significativi.

Idrocarburi: totale 135 mg/kg – 6,458 mg/l (soglie: IPA 0,0001 mg/l – 0,2 mg/l); Ferro: 515 mg/kg 5,720 mg/l (soglie: 0,200 mg/l – 2 mg/l);
Alluminio 514 mg/kg 5,308 mg/l (soglie: 0,200 mg/l —– );
Manganese 8,17 mg/kg 0,160 mg/l (soglie: 0,050 mg/l – 0,1 mg/l).

«Per gli inquinanti nei sedimenti dei laghi – spiega la Colella – non esistono attualmente limiti di legge. Ciononostante, per una certa similitudine di comportamento con i suoli, le concentrazioni degli inquinanti sopra elencati, ed in particolare degli idrocarburi, sono state confrontate con i valori soglia accettabili nel suolo e nel sottosuolo, previsti dal D.Lgs. 152/2006 in relazione alla destinazione d’uso a verde pubblico, privato e residenziale». «Le concentrazioni degli inquinanti misurate nei sedimenti del Pertusillo sono state confrontate anche con i valori soglia previsti dal D.Lgs. 152/2006 per gli scarichi idrici in acque superficiali e in rete fognaria. I valori delle analisi Ehpa sono risultati di gran lunga superiori ai valori soglia dei tre riferimenti legislativi adottati per confronto». Per la Colella le condizioni del fondo del lago, «come era prevedibile» «sono critiche». «Sono dunque evidenti – riprende – e ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago del Pertusillo, dovute a periodiche fioriture di alghe rosse, a moria di pesci, a forte inquinamento microbiologico, ad elevate concentrazioni di alcuni metalli e soprattutto di idrocarburi. Questi ultimi sembrano ormai essere pervasivi dell’ambiente in Val d’Agri, essendo presenti in alte concentrazioni non solo nelle acque e nei sedimenti della diga del Pertusillo, ma anche nelle acque sotterranee nei pressi del Centro Oli Eni di Viggiano (come da recente comunicazione della stessa Arpab), e nell’aria a causa delle emissioni di idrogeno solforato dallo stesso Centro.

In pratica, c’è il fondato timore che gli idrocarburi siano entrati ormai nella catena alimentare, come lascerebbe pensare la loro presenza nel miele prodotto in Val d’Agri, documentata da una pubblicazione scientifica internazionale». «È noto – riprende – che l’immissione di idrocarburi nei laghi può derivare da una pluralità di fonti: ad esempio, gli oli lubrificanti usati e non correttamente riconsegnati agli enti competenti per un loro corretto recupero; le acque reflue piovane, che puliscono le strade dai sedimenti oleosi depositati sull’asfalto; rilasci di idrocarburi dalle attività di estrazione petrolifera; cause naturali, come la fuoriuscita di idrocarburi da sorgenti di acqua, come avviene a Tramutola, e la loro immissione attraverso il Fiume Agri nel lago del Pertusillo. E’ noto anche che gli idrocarburi producono effetti nocivi sull’ambiente e sull’uomo. Oltre alla cancerogenicità degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), gli idrocarburi formano nei corpi idrici una sottile pellicola superficiale che impedisce gli scambi gassosi provocando condizioni di impoverimento di ossigeno; limitano la penetrazione della luce con ripercussioni sull’attività fotosintetica di alghe e di altre sostanza vegetali, provocando quindi una diminuzione della produzione primaria; aderiscono agli organismi che vivono o interagiscono all’ interfaccia aria/acqua impedendone le normali funzioni vitali. Gli idrocarburi che sedimentano sul fondo sono quelli più dannosi per l’ecosistema, come è stato dimostrato in ambiente marino, dove possono interferire con la vita sia degli organismi superiori che dei microrganismi». Per la Colella «il degrado del lago del Pertusillo impone immediate norme di tutela ed interventi di bonifica non piu’ rimandabili, a tutela della salute dell’ambiente e della popolazione Devono essere indagate ed individuate anche provenienza e responsabilita’ per le sostanze tossiche rilevate nel lago del Pertusillo, che di norma sono estranee agli ecosistemi lacustri. Né convince l’ipotesi suggerita dal laboratorio Sca nel suo rapporto di analisi che le alte concentrazioni di Alluminio e di Ferro nelle acque (e nei sedimenti) del Pertusillo possano essere dovute alla composizione dei terreni del substrato. Se così fosse, tali alti valori si dovrebbero riscontrare anche nelle analisi dell’Arpab, perché si tratta di una caratteristica generale del bacino lacustre, ed invece i valori delle analisi dell’Arpab riferite al Ferro sono normalmente molto bassi». «L’Ehpa – conclude la nota – intende ribadire che le analisi effettuate sono una istantanea rappresentazione solo del punto monitorato e che non intende sostituirsi al ruolo istituzionale dell’Arpab. Ciononostante, l’Ehpa ritiene che non si possa ignorare l’inquinamento riscontrato ed auspica che ciò rappresenti un ulteriore stimolo a prendere provvedimenti per capire le cause dei problemi e le possibili soluzioni. Questa situazione, infatti, non solo non è favorevole allo sviluppo delle forme di vita del lago, ma non permette di garantire in modo sicuro e costante la pulizia e la salubrita’ delle acque erogate alle popolazioni, come disposto dal Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE