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PISTICCI – Ancora idrocarburi in eccesso nel Basento. Lo attestano i dati diffusi dal Comune di Pisticci in relazione alle proprie analisi indipendenti.

Per completare il quadro del 2013, occorreva conoscere i risultati delle analisi sui sedimenti del fiume relativamente al secondo semestre dell’anno. I livelli sono stati sforati a dicembre scorso in tre campioni relativamente ai limite per gli idrocarburi pesanti (50mg/kg).

Il loro valore è risultato pari a 112,3 mg/kg nel prelievo a monte dello scarico di Tecnoparco, in relazione al campione del 10 dicembre 2013.

Nel campione a valle dello scarico di Tecnoparco, lo stesso giorno, erano pari a 68,2. Sul ponte all’altezza della Ss 106, infine, il riscontro è stato di 76 mg/kg. In tutti e tre i casi i dati sono schizzati rispetto a quanto registrato nelle analisi dei mesi precedenti, da luglio in poi.

Anche in tal caso, come accaduto già lo scorso agosto, il sindaco Di Trani ha trasmesso i dati a numerose autorità, informando anche i carabinieri del Noe oltre a Regione, Provincia, Arpab, Asm, Prefettura di Matera, Consorzio Industriale ed Area Programma.

«Si richiede agli organi in indirizzo –ha scritto Di Trani- le determinazioni che si intendono adottare per la eliminazione di tali inconvenienti». Il sindaco, inoltre, ricorda di aver trasmesso anche ad agosto i dati di analisi sul fiume che certificarono lo sforamento di alcuni parametri, sempre riguardo agli idrocarburi pesanti. Ma da allora ad oggi, nonostante le rassicurazioni del Dipartimento regionale all’Ambiente, nulla è stato fatto, tanto che il primo cittadino ha nuovamente chiesto «le valutazioni ed eventuali determinazioni adottate».

Le ultime analisi indipendenti del Comune vanno ad ingigantire la mole di dati già raccolta in Valbasento, nelle acque del fiume, nei terreni, nella falda, nell’aria.

Altre informazioni arriveranno, inoltre, dall’ultima campagna di indagini private, intrapresa la scorsa settimana da alcuni agricoltori che dicono di volerci veder più chiaro all’interno dei loro terreni e che, per questo motivo, si stanno autofinanziando per pagare le analisi poi commissionate dal tenente Di Bello. Dati, insomma, ce ne sono tantissimi, di tutti i tipi, di ogni tempo, rilevati da ogni tipo di istituzione o ente (e ovviamente a loro disposizione).  Adesso, tuttavia, è tempo di capire a cosa servano, di metterli a sistema. E’ tempo di tirare le somme e raggiungere delle conclusioni. Le istituzioni sono chiamate a dare risposte, fare delle scelte e parlare con chiarezza.

Non basterà uscire dall’impasse della bonifica e riuscire a farla (se e quando sarà davvero centrato quest’obiettivo). Dovranno dire qual è il futuro della Valbasento. Se quel territorio è food o non food. Se agricoltura e industrie possono coesistere. Se i procedimenti industriali in corso sono sostenibili. Se l’impatto ambientale è minaccia per la salute delle persone. Se i quantitativi di reflui oggi smaltiti, debbano essere ancora confermati. Occorrono risposte, concludenti e consequenziali, perché se i dati vanno da una parte, le scelte non possono continuare ad andare dall’altra. E quelle definitive non possono essere ancora rimandate.

Il tempo delle parola dovrà presto cedere il passo all’assunzione delle responsabilità. Non sembra andare in questa direzione la risposta del presidente Pittella alla lettera del sindaco Di Trani. Quest’ultimo, alla luce dell’inchiesta Eni–Tecnoparco, aveva chiesto la sospensione del trasferimento dei reflui dalla Val d’Agri alla Valbasento in attesa delle conclusioni delle indagini. Il capo della giunta regionale si è limitato a rispondere in maniera vaga, ribadendo che il suo esecutivo dedica al caso la massima attenzione. La domanda resta priva di risposta: i reflui, per ora, si ritiene di bloccarli o no? E in ogni caso, perché? Certo, in una fase interlocutoria come questa, è pur comprensibile che la massima carica istituzionale lucana prenda tempo per avere un quadro della situazione esaustivo e completo. L’importante, però, è che resti forte la consapevolezza che una evoluzione, questa volta, è irrinunciabile. Il cambio di passo tanto sbandierato, impone risposte chiare e assunzioni di responsabilità inequivocabili.  Quel tempo, per la Valbasento, questa volta, dovrà arrivare. Non dovrà essere nemmeno tanto lontano. A decidere dovranno essere le istituzioni che governano ora.

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