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POTENZA – «Facciamo pieno affidamento operato magistrati, perché vi è un processo in corso, ma respingiamo con fermezza l’accusa di tentata violenza sessuale, che riteniamo infondata».
E’ quanto afferma l’avvocato Domenico Stigliani, che assiste il 25 di Potenza (A.L.) finito a processo con l’accusa di aver rotto una bottiglia di spumante in testa a un ragazzo ceercando di costringerlo ad avere un rapporto sessuale con lui.
«Riteniamo – prosegue Stigliani – che nel corso del dibattimento si proverà che i fatti si sono svolti in maniera diametralmente opposta alla prospettazione dell’accusa, come emergerà dalle testimonianze che verranno sentite in aula».
I fatti si sono svolti alla vigilia di Natale di 4 anni fa, nel 2011.
«Il mio assistito – insiste l’avvocato – non ha mai fatto alcuna proposta di carattere osceno alla persona offesa, che poi sarebbe questo ragazzo che ha denunciato, anche perché è completamente alieno da tali dinamiche».
«L’accaduto – conclude – è stato solo l’epilogo burrascoso di una serata trascorsa tra persone che non avevano nemmeno un rapporto di vera amicizia, figurarsi di intimità».
«Io ti ammazzo, io ti ammazzo» sono le parole che A.L. avrebbe pronunciato di fronte al suo rifiuto, per poi scatenarsi brandendo una bottiglia di spumante e picchiandogliela sulla testa fino a mandarla «in frantumi».
La vittima, un giovane a sua volta potentino, se la sarebbe cavata con «un trauma cranico con ferita lacero contusa al cuio capelluto» e una prognosi di 5 giorni.
Oltre al tentato stupro, le minacce, e le lesioni personali aggravate, A.L. deve rispondere anche di furto «perché al fine di trarne profitto si impossessava della cosa mobile altrui, nella specie un iPod marca Apple» dell’amico oggetto del suo desiderio, e di una «collana di bigiotteria» di un altro, «sottraendoli all’interno dell’abitazione di quest’ultimo».
Nelle prossime udienze i magistrati cercheranno ricostruire l’accaduto a partire dalla denuncia che ha fatto partire gli accertamenti sul caso. 

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