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CI sono realtà davvero belle nella nostra piccola regione. Ci sono luoghi quasi magici, dove una natura ancora incontaminata si sposa con il lavoro certosino ed entusiasta di giovani e meno giovani che provano a fare qualcosa per far crescere il loro territorio.

Solo che poi qualcosa si inceppa e l’entusiasmo volontario e l’impegno cadono nel vuoto. Accade così con quella che è una realtà di tutto rispetto in tutto il centro-sud, il Pierfaone Bike Park. Che, nonostante le centinaia di turisti interessati, quest’anno resterà chiuso.

«Eppure ogni giorno – spiega Giancarlo Motta, dell’associazione Mtb gravity team – arrivano richieste da turisti. Tutti da fuori regione, perchè questa è una struttura che non esiste altrove al Sud». Una struttura che porta tanti turisti, tutti entusiasti, che spesso tornano portando amici e famiglie. Una struttura realizzata praticamente a costo zero, senza alcun finanziamento pubblico.

Quelli che ci hanno rimesso sono stati i volontari dell’associazione, che hanno dedicato il loro tempo per realizzare l’intero impianto. A metterci i soldi, invece, sono stati i gestori degli impianti di risalita che hanno così mostrato di poter tenere aperto quel sito non solo d’inverno, ma anche d’estate. E l’idea è piaciuta a tal punto che da giugno a settembre, ogni domenica si ritrovavano un centinaio di turisti per percorrere quegli incredibili percorsi tra i boschi. Ogni domenica cento persone che arrivano in Basilicata dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Campania. E che mangiano nei ristoranti della zona, che dormono negli alberghi. Che, in qualche modo, portano ricchezza a un territorio che sempre lamenta povertà e assenza di lavoro.

E noi, invece di incentivare e favorire queste positive esperienze, le blocchiamo. Così il Comune di Abriola fa venir meno l’autorizzazione a gestire gli impianti. E l’intera stagione del Bike park viene cancellata così, come se niente fosse.

«E quello che più ci dispiace – dice Motta – è che tutto verrà così abbandonato. Quella struttura per la quale tanto abbiamo lavorato, rischia di andare persa. Ed è un peccato. Perchè dal nulla siamo riusciti a creare, con il lavoro dell’associazione sportiva e dei gestori dell’impianto, una relatà davvero molto apprezzata in Italia».

E senza voler entrare nel merito delle ragioni che hanno spinto il Comune di Abriola a interrompere i precedenti rapporti con i gestori dell’impianto, resta questo dato: c’è una piccola eccellenza, un attrattore turistico che si regge senza nulla chiedere agli enti pubblici. Perchè è preferibile tenerla chiusa piuttosto che dare una possibilità a quel territorio di crescere? Perchè è preferibile lasciare tutto l’impianto nell’abbandono senza pensare a sfruttare quello che c’è nel migliore dei modi?

Gli appassionati di bike perderanno così un punto di riferimento, ma il territorio avrà perso un’altra possibilità di crescere.

a.giacummo@luedi.it

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