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REGGIO CALABRIA – L’imprenditore Nino De Masi è pronto a chiudere battenti e la sua decisione scatena la rivolta contro il sistema delle banche, soffiando sulla brace del malumore. E il presidente di Confindustria Calabria a raccogliere «il grido di dolore e la vicenda di Nino De Masi»: «Sono davvero emblematici di come (non) funziona il nostro Stato». E l’appello arriva anche dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho: «Le banche dovrebbero ripensare l’accesso al credito».

Tutto è nato dall’annuncio di De Masi che si è detto pronto a lasciare la Calabria dal 10 luglio dopo essersi visto rifiutare ancora una volta il mutuo antiusura (LEGGI L’ARTICOLO). De Masi accusa anche le istituzioni per essere stato abbandonato rispetto alle sue battaglie contro l’usura delle banche e le continue minacce della criminalità organizzata. Chiuso in una morsa, che è stata anche ripresa nell’intervento di Confindustria Calabria. 
Nel commentare la decisione di De Masi, il leader degli industriali calabresi, Giuseppe Speziali, lo definisce «un imprenditore coraggioso che non ha avuto paura di aprire importanti contenziosi con pezzi forti del potere economico come le banche e, nello stesso tempo, combattere con sagacia il crimine organizzato e la ‘ndrangheta. Un uomo che solo per le sue battaglie di legalità e giustizia dovrebbe essere portato come esempio non soltanto di buon imprenditore ma di calabrese onesto ed operoso. Battaglie che lo hanno fortemente esposto sul piano imprenditoriale ed umano». 
Battaglie che, contesta Speziali, oggi «vengono rese inefficaci da lungaggini burocratiche, interpretazioni e decisioni relative all’applicazione degli strumenti antiusura a dir poco schizofreniche e paradossali»: «Non bastano – afferma le ripetute sentenze favorevoli né i sette anni trascorsi ad attendere invano: cosa deve ancora succedere, dopo i colpi di kalashnikov, perchè si possano far valer i propri diritti e vedere coronati gli sforzi e la lealtà di essere sempre stati dalla parte giusta? E’ una domanda che, al momento almeno, non ha risposta e che invece dovrebbe averla forte e chiara».
E Speziali annuncia battaglia: la Confindustria calabrese – dice – «non solo è vicina a Nino De Masi ma metterà in essere tutte quelle iniziative ed azioni perchè i suoi grandi sforzi e la sua coraggiosa tenacia non siano resi vani». 

Ma sul sistema bancario si è soffermato anche il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho: «Le banche dovrebbero ripensare l’accesso al credito – ha detto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un parere sul caso De masi – e si dovrebbe aumentare la sospensione per quanto riguarda le procedure esecutive per le imprese che denunciano. Un solo anno probabilmente è poco per chi ha subito anni di vessazioni». Cafiero De Raho non si dice d’accordo sull’espressione “crimine di Stato” usato dall’imprenditore, ma ammette che sarebbe il caso di ripensare il sistema a favore di chi denuncia.
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