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FRANCAVILLA – E’ stato segnalato alla procura della Repubblica di Lagonegro dai militari della Guardia di finanza di Lauria al comando del capitano Cappettaper «esercizio abusivo della professione» il 40enne di Francavilla in Sinni Pasquale Lanza. Mentre risulta denunciato per concorso un altro professionista di Lauria, il 50enne Vincenzo Riccio, un vero avvocato che lo avrebbe aiutato nella sua piccola “messinscena”.
Le Fiamme gialle hanno effettuato una serie di accertamenti finanziari a carico del “finto avvocato” da cui risulta che l’andazzo sarebbe andato avanti per un certo tempo.
Le indagini sono partite dopo la segnalazione all’ordine degli avvocati di Lagonegro da parte di una sua ignara cliente, che si era rivolta a lui perché gli curasse alcune cause, civili e penali. Solo che ogni volta che si trattava di andare in aula per i processi, vedeva comparire un altro avvocato, Riccio, che coi giudici si qualificava come il suo legale di fiducia. Così senza volerlo si era ritrovata ad avere un collegio difensivo e a prezzi superscontati, dato che su due reati, al momento di stendere la parcella, gliene veniva conteggiato solo uno. Ma andavano pagati entrambi, e quando la donna ha sentito puzza di bruciato ha deciso di denunciare tutto.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Lanza (soltanto omonimo del più noto titolare dello studio legale di Francavilla in Sinni) non sarebbe stato un “finto avvocato” qualunque, ma un ex praticante regolarmente abilitato, poi cancellato dall’Albo con provvedimento definitivo dell’Ordine di Lagonegro a luglio del 2010 per non essere riuscito a superare l’esame di Stato entro i 6 anni di tempo previsti.
All’epoca la “via spagnola” (passare un esamino di diritto iberico per raggiungere il titolo di “abogado” e poi chiedere l’iscrizione in Italia all’albo degli avvocati “stabiliti”) non era ancora molto conosciuta. Anche perché l’ultimo decreto legislativo in materia di libera prestazione di servizi tra professionisti all’interno dei paesi Ue è soltanto di marzo del 2010.
Fatto sta che, nonostante il provvedimento di cancellazione dall’Ordine gli fosse stato regolarmente notificato, avrebbe continuato ad esercitare la professione.
Da semplice dottore in giurisprudenza avrebbe trattato direttamente con i clienti, utilizzato bigliettini da visita, carta intestata e parcelle con l’indicazione del titolo professionale fasullo. Davanti ai suoi assistiti, si sarebbe mostrato sempre impegnato, parlando al telefono con altri clienti – veri o presunti – di pratiche da svolgere presso Inps e patronati. Avrebbe predisposto strategie difensive e riscosso i compensi relativi alle prestazioni erogate. Ma alle udienze civili e penali continuava a presentarsi, in qualità di legale di fiducia, l’avvocato Riccio, regolarmente iscritto all’albo degli avvocati di Lagonegro.
«Nel 2011 venne segnalata questa situazione e il consiglio dell’Ordine inviò le carte alla procura della Repubblica». Spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati di Lagonegro Gherardo Cappelli, contattato telefonicamente dal Quotidiano. «Apprendiamo dalla stampa le notizie sull’indagine condotta dalla Finanza». Prosegue Cappelli. «Ma se emergeranno contatti con altri iscritti all’Ordine avvieremo le indagini trasmettendo il tutto al consiglio distrettuale di disciplina».

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